La moglie di Navalny: “Putin deve pagare”
Yulia Borisovna, la moglie di Alexey Navalny, morto nella colonia penale nel Circolo polare artico russo in cui era stato rinchiuso, ha appreso la notizia in Germania. Ieri era a Monaco di Baviera, ospite della Conferenza sulla sicurezza, per continuare la lotta nel nome del marito.
“Non possiamo credere a Putin e al suo governo, perché mentono continuamente. Ma se questa notizia è vera, Putin e tutto il suo staff, tutti i suoi uomini, pagheranno per quello che hanno fatto. Saranno portati davanti alla giustizia e questo avverrà presto”, le sue prime parole sulla morte del marito quando era ancora impossibile avere conferme indipendenti.
“Tutte le persone del mondo devono combattere contro questo male, questo orribile regime in Russia e Putin deve essere ritenuto personalmente responsabile per tutte le atrocità commesse nel nostro Paese negli ultimi anni”, ha poi aggiunto Yulia Navalnaya che non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro.
“Vorrei che Putin e tutto il suo staff, tutti quelli che sono intorno a lui, il suo governo, i suoi amici… vorrei che sapessero che saranno puniti per quello che hanno fatto al nostro Paese, alla mia famiglia e a mio marito”, ha proseguito Yulia davanti alla platea dei leader, dei dirigenti e degli alti funzionari riuniti a Monaco di Baviera per la conferenza; ed è una standing ovation quella che le tributano: “Saranno assicurati alla giustizia, e questo giorno arriverà presto. Vorrei invitare tutta la comunità internazionale, tutte le persone nel mondo, a riunirsi e a combattere contro questo male. Dovremmo combattere questo orribile regime in Russia oggi. Questo regime e Vladimir Putin dovrebbero essere ritenuti personalmente responsabili di tutte le atrocità commesse nel nostro Paese”.
A lei Alexey Navalny aveva dedicato il suo ultimo messaggio su Telegram, pubblicato mercoledì 14 febbraio nell’ennesimo San Valentino vissuto da lontano, da recluso: “Tesoro, tutto è come una canzone con te. Ci sono città tra noi, la luce del decollo degli aeroporti, tempeste di neve blu e migliaia di chilometri. Ma sento che sei vicina ogni secondo e ti amo sempre di più”.
Sulla morte di Navalny è intervenuta anche la madre, Lyudmila Ivanovna Navalnaya: “Non voglio sentire condoglianze. Abbiamo visto nostro figlio nella colonia il 12 febbraio a una visita su appuntamento ed era vivo, sano, allegro”, le sue parole su Facebook. Anche Lyudmila partecipava alla battaglia legale insieme a Yulia e ai due figli della coppia – Darya che studia all’università di Stanford, in America; e Zakhar – in favore di Alexey.