Navalny: “In carcere costretto a guardare la tv di Stato russa 8 ore al giorno
Nella prima intervista dal carcere in cui è rinchiuso, il dissidente russo Alexei Navalny denuncia di essere vittima di violenza psicologica. L’avvocato oppositore del Cremlino, parlando al New York Times, ha raccontato che gli viene impedito di leggere e di scrivere, e che è stato inserito in un programma di sensibilizzazione, che prevede la visione della tv di stato almeno per otto ore al giorno. “Bisogna stare seduti e guardare la televisione”, ha detto.
Navalny ha descritto il carcere russo in cui si trova come un “campo di lavoro cinese dove tutti marciano perfettamente in linea e dove di sono telecamere ovunque” e ha spiegato che “il controllo è costante“. Sulla situazione in Russia il dissidente ha dichiarato: “Il regime di Putin è un incidente storico. È la scelta della corrotta famiglia di Ieltsin. Prima o poi l’errore sarà corretto, e la Russia si muoverà su una strada democratica di sviluppo. E questo semplicemente perché è quello che la gente vuole”.
L’oppositore russo è tornato inoltre a criticare l’Europa e gli Stati Uniti per le sanzioni economiche contro la Russia, che secondo lui colpiscono più il popolo russo che coloro che stanno al potere, rischiando di alienare quella parte della popolazione che è un naturale alleato. Le sanzioni, secondo Navalny, andrebbero comminate agli oligarchi che sostengono il regime e che sono in grado di mantenere “l’esercito di legali e lobbisti che si battono per il loro diritto di restare non puniti”.
Navalny, 45 anni, è uno dei principali oppositori di Vladimir Putin. Il 17 gennaio 2021 è stato arrestato e condannato per appropriazione indebita. Pochi mesi prima era stato vittima di un tentativo di avvelenamento con il Novichok mentre era su un volo che avrebbe dovuto condurlo a Mosca. L’aereo ha effettuato un atterraggio di emergenza e, dopo alcuni giorni di coma nel reparto di rianimazione di un ospedale russo, Alexei Navalny è stato trasportato e curato in Germania, prima di fare ritorno in Russia. Il Cremlino ha sempre negato il suo coinvolgimento nel tentativo di avvelenamento.
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