I nastri mai pubblicati di Bob Marley ritrovati in uno scantinato di Londra
Le registrazioni, con alcuni concerti effettuati a Londra e Parigi, marcivano da tempo immemore nel seminterrato di un hotel e solo ora sono tornate alla luce
L’eredità musicale di Bob Marley, a quasi trentasei anni dalla morte avvenuta nel 1981, è ancora oggi grandissima, con una discografia che continua a ispirare le nuove generazioni e a diffondere il verbo del reggae in tutto il mondo.
Nessuno però poteva sospettare che l’eredità concreta del re della musica giamaicana avesse ancora qualcosa in serbo per i suoi fan, in particolare sotto forma di registrazioni di storici concerti rimaste nascoste in uno scantinato per quarant’anni.
La scoperta è stata fatta nel seminterrato di un hotel fatiscente in un angolo sperduto nel nordovest di Londra: tredici nastri analogici con le registrazioni ufficiali in alta qualità di concerti effettuati da Marley e dai suoi Wailers a Londra e Parigi tra il 1974 e il 1978, di cui fino ad oggi nessuno conosceva l’esistenza, o quasi.
La storia del ritrovamento di questi live ha dell’incredibile: Joe Gatt, uomo d’affari e grande fan di Marley, ha ricevuto tempo fa una telefonata da un suo amico che si stava occupando di svuotare dalle cianfrusaglie un ex albergo londinese dove negli anni Settanta anche Marley e la sua band avevano alloggiato.
L’amico disse a Gatt di aver trovato quelli che sembravano alcuni nastri appartenenti al cantante giamaicano, e Gatt, accortosi del tesoro che aveva tra le mani, ha cercato in tutti i moti di ripulirli e farli tornare in condizioni accettabili con i migliori specialisti del settore, visto che sembravano apparentemente danneggiati in modo irreparabile dall’umidità.
Ma ora, grazie alle più moderne tecnologie, i nastri sono stati puliti, restaurati e trasferiti in digitale, facendo sì che, non appena ce ne sarà la possibilità, anche il grande pubblico potranno ascoltare le storiche registrazioni dal vivo effettuate al Lyceum di Londra nel 1975, all’Hammersmith Odeon nel 1976, al Rainbow nel 1977 e al Pavillon di Parigi l’anno successivo.
Il tecnico che si è occupato di restaurare i nastri ha dichiarato che si è trattato di un’operazione miracolosa che ha richiesto quasi un anno di lavoro: “Quando ho visto i nastri per la prima volta avrei voluto dire ‘No, grazie’. Erano coperti di muffa, sembravano davvero malandati e avevano chiaramente subito moltissimi danni dall’acqua. È stato senza ombra di dubbio uno dei progetti più difficili che abbia mai affrontato, un vero e proprio atto d’amore”.
Questo uno dei nastri ritrovati: