Nancy Pelosi a Taiwan: “Venuti in amicizia e pace nella regione”. Ira di Pechino
La speaker della Camera dei rappresentanti americana, Nancy Pelosi, è atterrata ieri all’aeroporto di Songshan a Taipei, Taiwan.
“Veniamo in amicizia a Taiwan, veniamo in pace nella regione”: è quanto ha detto la presidente della Camera americana Nancy Pelosi, parlando nel primo incontro della sua visita a Taipei che ha scatenato la durissima reazione della Cina. Al Legislative Yuan, il parlamento dell’isola, Pelosi è stata ricevuta dal vicepresidente Tsai Chi-Chang, che ha ringraziato per l’accoglienza rimarcando l’importanza dei legami tra Washington e Taipei, anche alla luce del CHIPS Act, che offrirà sussidi per oltre 52 miliardi di dollari per la produzione di chip.
“La visita della nostra delegazione a Taiwan onora l’incrollabile impegno dell’America nel sostenere la vivace democrazia di Taiwan”, aveva scritto su Twitter Pelosi. “Le nostre discussioni con la leadership di Taiwan riconfermano il nostro sostegno ai nostri partner e promuovono i nostri interessi condivisi, incluso il progresso di una regione indo-pacifica libera e aperta”. Si legge ancora che la solidarietà da parte degli Stati Uniti nei confronti dei 23 milioni di abitanti di Taiwan “oggi è più importante che mai”, perché “il mondo deve scegliere tra autocrazia e democrazia”. Ha sottolineato che la visita: “Non contraddice in alcun modo la politica di lunga data degli Stati Uniti stabilita dal Taiwan Relations Act del 1979, dai Comunicati congiunti Usa – Cina e dalle Sei assicurazioni”. La speaker, poi, ha concluso scrivendo che gli Stati Uniti continuano a opporsi agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo”.
Our delegation’s visit to Taiwan honors America’s unwavering commitment to supporting Taiwan’s vibrant Democracy.
Our discussions with Taiwan leadership reaffirm our support for our partner & promote our shared interests, including advancing a free & open Indo-Pacific region.
— Nancy Pelosi (@SpeakerPelosi) August 2, 2022
L’arrivo della speaker Pelosi a Taiwan ha alimentato le tensioni tra Cina e Usa, ma anche fatto crollare il sito web ufficiale della presidente Tsai Ing-wen e del ministero degli Esteri, che hanno riscontrato malfunzionamenti lungo tutta la giornata perché ci sono stati diversi attacchi hacker dall’estero.
Subito dopo l’atterraggio di Pelosi a Taiwan, è arrivata la risposta di Pechino. “È una grave violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Cina”, si legge in una nota del ministero degli Esteri cinese. Secondo l’ufficio per gli Affari di Taiwan del governo cinese la riunificazione della Cina è entrata in un processo irreversibile e non può essere fermata. “La madrepatria deve essere unificata ed è destinata a essere unificata”, riporta una nota diffusa dai media cinesi.
Come riportato da diversi media Usa, sono state posizionate quattro navi da guerra statunitensi, inclusa una portaerei, nelle acque a est di Taiwan. Intanto, il ministero della Difesa cinese ha annunciato operazioni militari intorno all’isola.