Strage in Myanmar: uccisi almeno 114 manifestanti, c’è anche un bambino di 5 anni
È salito ad almeno 114 persone uccise il bilancio della repressione delle proteste anti-golpe del weekend in Myanmar. Lo riferisce il sito di informazione Myanmar Now. Si tratta del bilancio giornaliero più alto mai registrato dal colpo di Stato dello scorso 1° febbraio. Finora la giornata con più morti, 74, era stata il 14 marzo.
Secondo quanto rende noto su Twitter Myanmar Now sono almeno 114 i civili uccisi, 40 dei quali a Mandalay e 27 a Yangon. E ci sarebbe anche un bambino di 5 anni tra i manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza. Secondo i media locali, il piccolo è tra le 13 persone uccise a Mandalay, seconda città del Paese. Secondo Myanmar Now, tra le vittime c’è anche una 13enne, uccisa nella sua abitazione a Meikhtila, nella regione di Mandalay, dopo che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco nelle zone residenziali della città. Un bambino di appena un anno è stato invece colpito al volto da un proiettile di gomma nell’area di Thamine, nella township di Mayangone a Yangon.
Le nuove violenze sono avvenute nel giorno in cui nella capitale Naypyidaw le autorità celebravano la “Giornata nazionale delle forze armate”, evento che commemora l’avvio della controffensiva militare birmana contro l’esercito giapponese nel 1945. Nel contempo, le opposizioni hanno indetto la “Giornata contro la dittatura militare”, sfidando l’avvertimento a non occupare le strade, ribadito attraverso la Myanmar Radio and Television.