Myanmar, l’esercito attacca una chiesa: almeno 4 morti e 8 feriti. Aung San Suu Kyi compare in aula
Almeno quattro persone sono morte e altre otto ferite nell’attacco dell’esercito birmano a una chiesa cattolica nello Stato di Kayan, dove i combattimenti tra i militari e gli oppositori del golpe vanno avanti dal 1 febbraio. L’attacco è avvenuto nel capoluogo cittadino, Loikaw: l’ordigno sparato sul recinto religioso ha gravemente danneggiato la chiesa, il cui tetto è parzialmente crollato sulle persone che si erano raccolte nella struttura per trovare riparo ai combattimenti tra l’esercito e i civili armati appoggiati dai gruppi ribelli. Le vittime sono tre donne e un uomo.
Hanno superato intanto quota 800 le vittime della repressione in Myanmar ad opera della giunta militare che ha preso il potere lo scorso primo febbraio, deponendo Aung San Suu Kyi e il presidente Win Mynt. Il conto include sei persone uccise nella giornata di ieri nello Stato di Chin, nel nord-ovest del Paese, e nelle due principali città birmane, Yangon e Mandalay. Alle vittime vanno aggiunte 4.120 persone che sono state arrestate dopo il golpe, 20 delle quali condannate a morte.
Sempre oggi, lunedì 24 maggio, la leader Aung San Suu Kyi è apparsa in pubblico in un’aula di tribunale, per la prima volta da quando il suo governo è stato rovesciato dai militari nel colpo di stato. Secondo un messaggio consegnato al suo legale, la Lega Nazionale per la Democrazia “continuerà ad “esistere” anche se sarà sciolta: il partito “è stato formato per le persone, quindi esisterà finché esisteranno le persone”, ha precisato. Secondo il legale, Suu Kyi è apparsa in buona salute e “sta pregando perché tutti stiano bene”. Uno dei suoi avvocati, Min Min Soe, ha dichiarato a Associated Press che Suu Kyi ha potuto incontrare il suo team di avvocati prima dell’inizio dell’udienza nel tribunale speciale allestito all’interno dell’edificio del consiglio comunale di Naypyitaw, la capitale. All’ordine del giorno dell’udienza erano questioni procedurali.