In Finlandia le multe per eccesso di velocità si pagano in base al reddito
Più si guadagna più si pagano multe salate anche fino a 100mila euro
Se vi è mai capitato di lamentarvi per il costo di una multa
per eccesso di velocità, potreste forse essere rincuorati nel sapere che, se
foste stati cittadini finlandesi, avreste potuto rischiare danni economici
molto più pesanti.
Reima Kuisla, un uomo d’affari finlandese, è stato infatti
recentemente fermato dalla polizia perché andava a circa cento km/h in un
tratto di strada della sua madrepatria in cui il limite era 80 km/h, e per
questo gli è stata presentata una multa da 54mila euro.
Se questa cifra sembra apparentemente assurda e
assolutamente non commisurata al genere di reato commesso, bisogna dire che non
si tratta nemmeno della cifra più alta richiesta dalle autorità finlandesi per questa violazione: nel 2002 un dirigente della Nokia si era visto multare per
116mila euro a causa di un eccesso di velocità di 25 km/h.
Queste cifre così sorprendenti sono dovute al fatto che la
legislazione finlandese prevede che alcune multe riguardanti il codice della
strada, così come reati di taccheggio e violazione delle leggi sui titoli di
scambio, vengano pagate in base al reddito dell’accusato. Nel caso di Kuisla, questo
ammontava a 6 milioni e 500mila euro annui, dunque la multa è stata
particolarmente salata.
Per calcolare le diverse cifre che ogni cittadino dovrà
pagare in base ai propri guadagni, il paese scandinavo usa questo metodo: basandosi
sulla dichiarazione dei redditi, viene fatta una stima della quantità di denaro
che un finlandese ha a disposizione da spendere in un giorno, e poi questa
cifra viene divisa per due.
A seconda della gravità della sanzione, questa
cifra può essere moltiplicata per diversi giorni: per esempio, superare di 25
km/h il limite di velocità può costare 12 “giorni con metà soldi a disposizione”
di multa.
Se mediamente i finlandesi multati vedono la “multa
giornaliera” attestarsi sui 30-50 euro al giorno, per un totale di circa 400-500
euro, ma in caso di redditi molto alti, i risultati possono essere quelli prima
elencati.
La Finlandia è stato il primo paese ad introdurre ammende
giornaliere, nel 1921, anche se già nel 1748, ne Lo spirito delle leggi, l’illuminista francese Montesquieu proponeva
di rendere le sanzioni proporzionali ai propri averi.
Fino al 1999, era il multato a dover auto dichiarare i
propri redditi alla polizia, ma da allora in poi le forze dell’ordine hanno
utilizzato una banca dati, con un aumento dei ricavi del 30 per cento.
Nel 1991, anche in Inghilterra e Galles erano state sperimentate
le “ammende giornaliere”, nonostante fossero state poi rapidamente abbandonate
dopo le forti critiche dei cittadini e dei media.
Casey Mulligan, professore di economia presso l’Università
di Chicago, sostiene al riguardo che, per quanto l’idea sembri voler rispondere a criteri di equità sociale, in realtà potrebbe generare delle condizioni di diseguaglianza laddove la differenza fra ricchi e poveri è netta, rispetto a un paese come la Finlandia. E ciò si tradurrebbe in un aumento delle violazioni del codice della strada nelle zone più povere.
Multe molto meno salate per i
meno abbienti potrebbero infatti portare a una minore preoccupazione da parte
dei pirati della strada, lasciando più sicuri solo i quartieri più ricchi.