Mozambico a rischio crisi alimentare, Mani Tese lancia il progetto “Ripartiamo seminando”
“Ripartiamo seminando” è il nome del progetto che Mani Tese ha lanciato per far fronte all’emergenza alimentare in Mozambico, nella provincia della Zambezia, dove l’Ong già opera con altri due progetti di cooperazione internazionale.
I cooperanti di Mani Tese nel paese, Matteo e Federico, hanno scritto una lettera per aggiornare l’opinione pubblica sulla situazione e chiedere sostegno per il progetto.
“Il governo provinciale della Zambezia, con cui stiamo collaborando, ci ha chiesto una mano per sopperire all’emergenza alimentare con semi di mais precoce da distribuire nei distretti più colpiti. Il vostro sostegno è più che mai fondamentale per scongiurare un’imminente crisi alimentare”.
La situazione dopo il ciclone – Come spiegato dalla Ong nel suo comunicato stampa, nella provincia di Sofala il 13 marzo 2019 si è abbattuto il ciclone tropicale Idai i cui effetti si sono fatti sentire in maniera devastante anche nella confinante provincia della Zambezia, dove Mani Tese interviene, colpendo sia i distretti costieri che quelli più interni.
In Zambezia, messa già in difficoltà dalle abbondanti piogge tropicali che hanno interessato la provincia per tutto il mese di febbraio, si sono aggiunti gli effetti devastanti del ciclone, che, con il forte vento e le piogge torrenziali, hanno fatto esondare numerosi fiumi, distrutto le produzioni agricole e costretto le popolazioni locali ad allontanarsi dalle loro abitazioni per raggiungere luoghi più sicuri, come scuole e magazzini.
Tantissimi i distretti colpiti e numerose le comunità ancora isolate, in particolare, nel distretto di Morrumbala, Maganja da Costa e nei due distretti in cui opera Mani Tese, Nicoadala e Namacurra. Nel distretto di Nicoadala l’esondazione del Rio Licuar e dei suoi principali affluenti ha spazzato via case, scuole e campi coltivati.
“Nelle comunità di Nicoadala più di 80 famiglie vivono nelle tende messe a disposizione da UKAid poiché le loro case sono state letteralmente spazzate via dalla piena di alcuni affluenti del fiume Licuar o crollate sotto il peso incessante dell’acqua”, spiegano Matteo e Federico.
Secondo quanto riportato dal governo provinciale della Zambezia la produzione di mais, manioca e batata (principalmente prodotta in questi distretti), base dell’alimentazione delle popolazioni nelle aree rurali, sarà insufficiente a coprire il fabbisogno della provincia.
A questo si somma l’inflazione delle derrate alimentari, in particolare l’aumento del prezzo della farina di mais e del riso, che mette a serio rischio la sicurezza alimentare dell’intero paese.
“Il 70 per cento della produzione di mais dei nostri campi è andata persa così come il 60 per cento della produzione di fagioli”, scrivono i cooperanti di Mani Tese.
“Arachidi e sesamo hanno subito perdite consistenti per asfissia radicale (assenza di ossigeno dovuta all’eccesso di acqua nei campi). Molti campi ancora oggi sono sott’acqua. La manioca e la batata, tuberi tradizionalmente di base dell’alimentazione qui in Mozambico, hanno subito danni legati a marcescenza”.
Il progetto “Ripartiamo seminando” ha l’obiettivo di acquistare e distribuire semi di mais a ciclo corto e ortaggi per 400 famiglie per la seconda campagna agricola (da aprile a luglio) per sopperire alla mancata produzione della prima epoca (da novembre ad aprile).
Oltre alla distribuzione di semi per 400 famiglie, le attività prevedono anche l’introduzione di tecnologie tradizionali di origine brasiliana per l’essiccazione della manioca (per evitare che il prodotto, già affetto da fenomeni di marcescenza in seguito alle abbondanti piogge e all’eccessiva umidità del terreno, venga consumato avariato), la produzione di grattugie artigianali per ottenere parti piccole di prodotto che possa essere seccato in tempi brevi o lavorato per ottenere la tapioca e l’essiccazione della farina.
È possibile effettuare una donazione per il progetto d’emergenza sul sito di Mani Tese.