La storia dei tatuaggi
In una mostra ad Amburgo, in Germania, l'antropologa svizzera Susanna Kumschick esplora la storia dei tatuaggi dal punto di vista artistico
Dai tatuaggi del primo Novecento a quelli di ultima generazione: in una mostra ad Amburgo, in Germania, l’antropologa svizzera Susanna Kumschick esplora la storia dei tatuaggi, raccogliendo quadri, fotografie e video dedicati al tema del valore artistico del tatuaggio.
“Molti artisti sono stati ispirati dal valore estetico dei tatuaggi”, spiega Kumschick. “Il corpo umano è sempre stato uno dei soggetti preferiti nel mondo dell’arte, e per questo lo sono anche il body painting e i tatuaggi”.
L’artista giapponese Fumie Sasabuchi, ad esempio, con Photoshop aggiunge tatuaggi sulle foto delle modelle dei giornali di moda, usando disegni tradizionali del Giappone.
Oltre al valore artistico, alcuni tatuaggi hanno anche una forte valenza sociale e politica. Un video dell’esibizione mostra un uomo di 92 anni, sopravvissuto ad Auschwitz, che si fa tatuare sul braccio il numero con cui era stato marchiato nel campo di concentramento nazista. Un’altra intervista racconta invece la storia di una donna che si è fatta tatuare il seno per coprire le cicatrici, in seguito a un’operazione chirurgica.
La mostra espone anche il lavoro di Christian Poveda, fotografo e regista di documentari ispanico-francese, ucciso in uno scontro a fuoco nel 2005.
Poveda ha trascorso un anno con un gruppo criminale del Salvador, la gang Mara 18, i cui membri si tatuano il numero delle persone uccise o simboli che commemorano la morte dei compagni.
La mostra di Kumschick è anche un viaggio nella storia. Sono esposte le foto delle donne circensi tatuate dell’inizio del Novecento, tra cui Lady Viola, che si fece tatuare i ritratti dei presidenti americani Woodrow Wilson, George Washington e Abraham Lincoln sul petto, e Artoria Gibbons, con un tatuaggio dell’Annunciazione di Botticelli e uno della Sacra Famiglia di Michelangelo.