È morto il regista polacco Andrzej Wajda
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Aveva novant'anni e nel corso della sua carriera aveva ripetutamente sfidato il regime comunista del suo paese attraverso il suo cinema, ricevendo premi in tutto il mondo
Il regista polacco Andrzej Wajda, considerato uno dei
maggiori autori del suo paese, è morto domenica 9 ottobre all’età di 90 anni.
Wajda aveva frequentato la scuola di cinema della città di
Łódź dopo la seconda guerra mondiale e nel 1957 aveva avuto il suo primo
successo al di fuori del suo paese col film I
dannati di Varsavia, che vinse il premio speciale della giuria al Festival
di Cannes, e che insieme al successivo Cenere
e diamanti (1958) lo rese una delle voci più interessanti della nuova cinematografia
europea.
Le sue opere più note sono però probabilmente L’uomo di marmo che, in un periodo in
cui la Polonia era ancora comunista, attaccava i miti e le menzogne del regime.
Cinque anni dopo fu invece il turno de L’uomo di ferro, questa volta dedicato espressamente a un movimento
apertamente anti-comunista come il sindacato polacco Solidarnosc. Il film ebbe
un notevole successo, vinse la Palma d’Oro a Cannes nel 1981 e fu nominato agli
Oscar come miglior film straniero.
Proprio il premio e la notorietà internazionale lo salvarono
dall’essere imprigionato dal regime comunista, ma negli anni successivi Wajda
girò all’estero, come nel caso di Danton (1983),
girato in Francia con Gérard Depardieu protagonista.
Il regista ha in ogni caso continuato la sua carriera fino alla
fine (il suo ultimo film, Powidoki, è
di quest’anno) realizzando circa 40
pellicole in 60 anni di carriera, e nel 2000 ha ricevuto un Oscar alla carriera per
il suo contributo alla cinematografia mondiale.
Questo il trailer del suo film del 2013 Walesa – L’uomo della speranza, dedicato alla vita di Lech Walesa, leader del sindacato Solidarnosc e tra i principali fautori della caduta del regime comunista in Polonia: