Il leader dei Taliban Mullah Omar è morto
È morto il Mullah Omar, leader spirituale dei Taliban, secondo quanto annunciato dal governo afghano
Il leader dei Taliban, Mullah Omar, è morto almeno due anni fa in Pakistan, secondo quanto riportato da un portavoce del governo afghano.
Diverse volte, in passato, era già stata annunciata la sua morte, ma le autorità e i Taliban avevano sempre smentito.
Anche in questo caso, non ci sono conferme unilaterali al riguardo, tanto che per alcune ore nel pomeriggio del 29 luglio si era sparsa la notizia, attraverso le parole del portavoce dei Taliban, che il Mullah Omar fosse ancora vivo (vedi tweet sotto).
Resta il fatto che le ultime affermazioni in merito alla sua morte sono state prese più seriamente rispetto a quelle precedenti.
L’attuale governo afghano, eletto lo scorso anno, ha da poco avviato un processo di pace con i Taliban, peraltro promosso dal leader dei Taliban, Mullah Omar.
A tal proposito, un funzionario della sicurezza pakistano, ha detto all’agenzia stampa Associated Press che le dichiarazioni sulla morte del Mullah Omar sono mera “speculazione” e volte a destabilizzare i negoziati tra governo e Taliban, che si stanno tenendo attualmente in Pakistan.
Il Mullah Omar – leader spirituale dei Taliban – era scomparso dai riflettori nel 2001. (Nella foto qui sotto: il leader dei Taliban Mullah Omar. Credit: Reuters).
L’alleanza del Mullah Omar con il leader di al-Qaeda, Osama Bin Laden, fu una fra le cause principali per cui gli Stati Uniti decisero di intervenire via terra in Afghanistan nel 2001, in seguito agli attacchi terroristici nel settembre dello stesso anno negli Stati Uniti.
Il dipartimento di Stato americano aveva messo una taglia di circa 9 milioni di euro sulla testa del leader dei Taliban, uno dei terroristi più ricercati al mondo.
Richard Holbrooke, già inviato speciale degli Stati Uniti per l’Afghanistan e il Pakistan, disse che il Mullah probabilmente si nascondeva nelle montagne al confine tra i due Paesi.
Secondo altre fonti, invece, l’uomo si trovava in Pakistan, un’accusa più volte negata da Islamabad.