Il boss degli scafisti di Zuara sarebbe stato ucciso
Salah Al-Maskhout, a capo di alcune tra le principali organizzazioni di traffico umano, sarebbe morto in un attacco insieme a otto guardie del corpo
Secondo i media libici, Salah Al-Maskhout, considerato uno tra i principali boss del traffico di migranti dall’Africa all’Italia, potrebbe esser stato ucciso sabato 26 settembre a Tripoli.
A dare inizialmente la notizia dell’attacco, in cui si dice sarebbero morte anche otto delle sue guardie del corpo, è stato il quotidiano Lybia Herald.
Domenica, il giornale ha però smentito e si è scusato per il refuso, precisando che alcuni parenti di Al-Maskhout avrebbero dichiarato inattendibile la notizia della morte.
Secondo le prime informazioni diffuse, l’agguato sarebbe stato condotto da “professionisti”, probabilmente di origine italiana, che avrebbero fermato Al-Maskhout e la sua scorta per strada.
La Farnesina ha smentito immediatamente il coinvolgimento di forze italiane in qualunque missione attiva in Libia.
Secondo la versione più recente del Libya Herald, Rawad Maskhout, il nipote di Al-Maskhout, avrebbe dichiarato al quotidiano che non solo lo zio sarebbe vivo, ma attualmente si troverebbe a Zuwara, uno degli snodi del traffico dei clandestini dalla Libia. Secondo Rawad, Al-Maskout non sarebbe coinvolto in alcuna operazione illegale.
Al-Maskout, ex ufficiale dell’esercito di Gheddafi, è ritenuto dai media internazionali uno dei leader più importanti delle organizzazioni di traffico di esseri umani. Arrestato a Tripoli proprio con questa accusa, nel 2011 è uscito dal carcere e si è trasferito a Zuwara.
Secondo fonti libiche, l’uomo godrebbe della protezione di esponenti del governo libico.