I missili dell’Iran hanno colpito anche la base di Erbil, piena di soldati italiani: tutti illesi
I missili lanciati nella notte dall'Iran in Iraq hanno colpito le basi di al-Asad ed Erbil: nella seconda sono presenti circa 400 soldati italiani. Sono tutti in salvo
Iran attacca basi Usa in Iraq: a Erbil soldati italiani illesi, nascosti in un bunker
Sono due le basi militari Usa colpite dall’attacco missilistico condotto stanotte dall’Iran in Iraq, quella di al-Asad e quella di Erbil: nel nostro Paese si tiene il fiato sospeso soprattutto per la seconda, visto che in quella struttura è presente un corposo contingente di soldati italiani.
Il bilancio totale dell’attacco, secondo fonti iraniane, è di 80 morti e oltre 200 feriti. Gli Stati Uniti, però, non hanno confermato questi numeri, parlando di alcune vittime civili irachene ed escludendo che ci siano morti tra i militari. In ogni caso, per fortuna, le notizie che arrivano dall’Iraq e riportate dal Pentagono sono incoraggianti: secondo quanto dichiarato dal portavoce Jonathan Hoffman, infatti, non ci sono vittime italiane nella base di Erbil.
I soldati italiani nella base irachena, infatti, sono in salvo: si sono radunati in un bunker, un’area di sicurezza che ha fatto sì che i circa 12 missili – lanciati sia su Erbil che su al-Asad – non li colpissero.
Sono circa 900 i militari italiani presenti in varie località dell’Iraq, da Baghdad alla stessa Erbil, dove si trova il contingente più corposo. Nella base militare di questa città, infatti, prestano servizio 400 soldati, 120 dei quali sono istruttori. È dal 2015 infatti che l’esercito italiano addestra le forze di sicurezza locali in varie discipline: dalla formazione della fanteria all’utilizzo dell’artiglieria, dal primo soccorso alla bonifica degli ordigni inesplosi.
Nessun soldato italiano, dunque, avrebbe riportato conseguenze dell’attacco missilistico di stanotte dell’Iran contro le basi Usa in Iraq. Un’operazione denominata “Soleimani martire” e fatta partire alle 1:20 locali, lo stesso orario in cui il generale iraniano ha trovato la morte nel raid Usa condotto tra il 2 e il 3 gennaio 2020.