Migranti, Minniti: “La Libia non è un porto sicuro, siamo a un passo da emergenza umanitaria”
Migranti, Minniti: “La Libia non è un porto sicuro, siamo a un passo da emergenza umanitaria”
“L’Italia non giochi a battaglia navale davanti alla Libia, siamo a un passo dall’emergenza umanitaria, mentre Salvini discute come se fosse sempre al Papeete Beach. Il mondo è un po’ più grande del Papeete”. L’ex ministro dell’Interno Pd, Marco Minniti, ha parlato del tema dei migranti in un’intervista pubblicata oggi da Repubblica.
Minniti giudica “inaccettabile” il comportamento di Matteo Salvini, vicepremier e suo successore al Viminale.
La Libia, secondo l’ex ministro, “non è un porto sicuro. In questo momento poi, c’è una guerra civile: non possono essere rimandati là”. Il centrosinistra, sottolinea Minniti non “ha mai fatto operazioni di respingimento”.
Durante il suo mandato al Viminale, Minniti è stato il promotore di un accordo con la Libia, negoziato con la Libia nel 2017 con Fayez al-Sarraj, volto a limitare le partenze dei migranti.
Ora l’ex ministro avverte che il presupposto su cui questo governo e il ministro dell’Interno avevano costruito l’approccio sull’immigrazione “sta venendo meno”.
“Non solo l’immigrazione non si cancella, perché non può essere cancellata”, dice. “Ma c’è un dato preoccupante: sono aumentati in Italia gli sbarchi gestiti da scafisti. Solo l’8 per cento degli arrivi è frutto delle azioni di ricerca e salvataggio in mare delle Ong”.
Minniti fa riferimento anche alla questione rimpatri: “Dovevano essere 500 mila in poche settimane, ci vorrebbero 70 anni. Se non fosse una tragedia, perché si parla di vite umane, sarebbe una farsa”.
L’ex ministro definisce il decreto Sicurezza bis, approvato alla Camera e in discussione al Senato, “una aberrazione giuridica” perché “cancella l’umanità e non garantisce la sicurezza”.
Lega e 5Stelle, conclude, “mi ricordano i ladri di Pisa, che litigavano al mattino e poi la sera lavoravano insieme. Questo governo ha una guida nazional-populista in cui le cinque stelle stanno diventando ornamento di un monocolore leghista”.