Il ministro degli Esteri iraniano ha vinto un premio per i successi in politica internazionale
Il riconoscimento è andato anche al segretario di Stato americano, John Kerry, per il suo impegno verso il raggiungimento di un accordo sul nucleare con Teheran
Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, e il segretario di Stato americano John Kerry si sono aggiudicati il premio del Royal Institute of International Affairs (comunemente conosciuto come Chatham House) per il ruolo ricoperto da entrambi nell’accordo sul nucleare, siglato il 14 luglio del 2015.
L’annuncio è stato dato lunedì 24 ottobre sul sito ufficiale del prestigioso istituto per gli affari internazionali con sede nel Regno Unito.
Il premio viene consegnato ogni anno alle personalità o alle organizzazioni che secondo il Royal Institute of International Affairs hanno contribuito ad apportare un significativo miglioramento nell’ambito delle relazioni internazionali.
I membri della Chatham House hanno così riconosciuto il peso dei due protagonisti sulla scena politica internazionale e il loro apporto cruciale ai negoziati condotti con successo fino all’intesa stipulata da Teheran con le sei potenze mondiali (i cinque paesi membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu, Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito, più la Germania) sul suo programma nucleare, noto anche come Piano d’azione congiunto globale (Jcpoa).
“Con la partecipazione vitale dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Germania e l’Unione europea, è stato possibile formulare un accordo. Il che è stata una vittoria per la diplomazia internazionale contro la proliferazione nucleare”, si legge in una dichiarazione diffusa dalla Chatham House.
La firma dell’accordo è da annoverarsi fra gli sforzi diplomatici più significativi del Ventunesimo secolo, scrive il sito ufficiale dell’istituto britannico, e tra i successi più significativi a cui si è giunti nell’ambito degli affari internazionali.
Il riconoscimento assegnato ai due protagonisti della politica estera è stato accolto con entusiasmo dalla stampa moderata e riformista iraniana, dedicandogli il giorno seguente intere prime pagine. Sul versante opposto, questo premio ha fatto storcere il naso a molti conservatori.
Mehdi Mohammadi, un analista dalla linea dura ed ex membro della squadra di negoziatori sul nucleare iraniano guidata da Saeed Jalili, ha replicato così: “Per il ministro degli Esteri di un paese come l’Iran accettare un premio congiunto con il ministro degli Esteri più criminale del mondo attuale è un vero peccato. La mia domanda è questa: perché stanno dando un premio a Zarif? Per quali servizi?”.
Lo stesso Zarif ha fatto sapere attraverso il suo portavoce Bahram Ghasemi, di aver apprezzato questa scelta e che questo riconoscimento appartiene a tutta la nazione.
Il ministro degli Esteri non potrà però partecipare alla cerimonia di premiazione a causa del suo fitto programma di appuntamenti.
Il suo portavoce ha inoltre sottolineato come Zarif abbia contribuito notevolmente alla promozione della pace universale. superando le pressioni a livello interno e internazionale e le sanzioni occidentali rese ancora più rigide negli ultimi anni, servendosi della saggezza.
L’accordo sul programma nucleare della Repubblica islamica dell’Iran stilato con le sei potenze mondiali era visto da entrambi le parti come una sfida impossibile da realizzare. Si trattava in primo luogo di superare enormi complessità tecniche, di ridimensionare gli effetti della profonda diffidenza tra Washington e Teheran, acuita quest’ultima da tre decenni di silenzio a livello diplomatico.
Riavvicinarsi, dialogare e negoziare sembravano tre punti insormontabili per entrambi i paesi. Ma con pazienza, zelo e impegno, Zarif e Kerry sono riusciti a raggiungere un’intesa duratura che oggi a distanza di un anno sta dando i suoi frutti. Secondo l’ultimo rapporto stilato dagli osservatori internazionali dell’Aiea (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica), Teheran sta rispettando i termini dell’accordo.