Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:59
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

L’uomo che minaccia la pace in Bosnia

Immagine di copertina

Milorad Dodik nega il genocidio di Srebrenica e vuole dissociarsi da Sarajevo, così l’attivismo del leader della minoranza serba agita lo spettro di un nuovo conflitto. Con la sponda del Cremlino

Nel 1999 Richard Holbrook, l’architetto degli Accordi di Dayton che posero fine alla guerra di Bosnia, scrisse nelle proprie memorie: “Se si affacceranno sulla scena politica più leader come Milorad Dodik, allora l’originale piano di Dayton potrà funzionare”. A distanza di vent’anni Dodik, leader della Repubblica serba di Bosnia (Republika Srpska), è la principale minaccia alla pace e alla stabilità del Paese e dell’intera area balcanica. Così lo ha definito Christian Schmidt, l’attuale Alto Rappresentante per la Bosnia Erzegovina (Ohr).

Nel rapporto presentato al Segretario Generale dell’Onu lo scorso 30 ottobre, ha inoltre sottolineato che le minacce di secessione di Dodik, se ignorate, rischiano di invalidare radicalmente l’ordine post-Dayton, paventando il rischio di un nuovo conflitto. Oggi Dodik è il membro serbo bosniaco della presidenza tri-partita della Bosnia ed Erzegovina e rappresenta gli interessi della Republika Srpska, l’entità politica che insieme a quella croato-bosgnacca (Federazione di Bosnia Erzegovina- FBiH) e al distretto di Brčko, costituisce la Federazione bosniaca.

In base agli Accordi di Dayton le entità, divise su base etnica, godono di una relativa autonomia ma rispondono allo Stato centrale, rappresentato dalla presidenza tripartita, in materie come esteri, giustizia, difesa e tassazione. Al di sopra di tutto si staglia poi l’ufficio dell’Alto Rappresentante, che ha poteri legislativi per garantire il rispetto degli accordi. Dopo 27 anni dalla firma a Dayton, Dodik sembra voler distruggere l’attuale assetto normativo.

Il 10 dicembre scorso, infatti, l’Assemblea della Republika Srpska ha approvato il piano per il ritiro dalle istituzioni federali. L’iniziativa prevede che da qui a sei mesi venga redatta un’apposita legislazione per creare istituzioni parallele nella Republika Srpska in materia di giustizia, difesa e tassazione. Non si tratta ancora di una vera e propria secessione ma di un primo passo che inevitabilmente porterebbe a questo risultato, come ha dichiarato Derek Chollet, consigliere del Segretario di Stato americano Anthony Blinken. E il rischio per la pace nei Balcani è alto.

Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui
Ti potrebbe interessare
Esteri / Record di esecuzioni in Arabia Saudita: giustiziate 330 persone soltanto nel 2024
Esteri / Iran: il governo revoca il bando a WhatsApp e Google Play
Esteri / Nave cargo russa affonda nel Mediterraneo: il giallo sul trasporto di armi dalla Siria
Ti potrebbe interessare
Esteri / Record di esecuzioni in Arabia Saudita: giustiziate 330 persone soltanto nel 2024
Esteri / Iran: il governo revoca il bando a WhatsApp e Google Play
Esteri / Nave cargo russa affonda nel Mediterraneo: il giallo sul trasporto di armi dalla Siria
Esteri / Donald Trump vuole il controllo della Groenlandia e del Canale di Panama
Esteri / Paesi Bassi: 5 condannati per gli scontri di Amsterdam con i tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv
Esteri / Mi manda Donald Trump: ecco chi è Tilman Fertitta, nominato prossimo ambasciatore Usa in Italia
Esteri / Raid di Israele a Gaza City: ucciso un operatore della Protezione civile. Almeno 45.338 morti nella Striscia dal 7 ottobre 2023. Qatar: "I colloqui per la tregua continuano". Tel Aviv chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu per condannare gli attacchi Houthi. Il ministro della Difesa Katz: "Prenderemo di mira i leader del gruppo in Yemen". Il governo Netanyahu ordina altri missili
Esteri / La battaglia dell’Antitrust a Google sul caso Chrome
Esteri / Guerra in Ucraina, Donald Trump: “Vladimir Putin vuole un incontro il prima possibile”. Ma Mosca frena
Esteri / Gaza: oltre 45.300 morti dal 7 ottobre 2023. Al-Jazeera: “Altre 14 vittime nei raid odierni di Israele". Israele, attentato contro un soldato a Gerusalemme: ferito l'aggressore. Libano: il premier Mikati visita le postazioni militari nel sud. Siria: il leader di Hts riceve a Damasco il ministro degli Esteri giordano Safadi