Arrestato per spionaggio il militare italiano Walter Biot, fornì documenti Nato a un ufficiale russo. Di Maio: “Espulsi due diplomatici”
Militare italiano arrestato per spionaggio: “Lavorava per i russi”
Un alto ufficiale della marina e un militare russo di stanza nel nostro Paese sono stati fermati nella serata di martedì 30 marzo per spionaggio: secondo l’accusa l’italiano, che è stato arrestato, stava consegnando dei documenti ai russi in cambio di denaro.
La posizione giuridica del militare russo invece è in corso di valutazione alla luce del suo status diplomatico. Entrambi sono indagati per di reati di spionaggio e minaccia alla sicurezza dello Stato e rischiano una pena superiore ai dieci anni di carcere. Il ministero degli Esteri ha subito convocato l’ambasciatore Sergej Razov, ricevuto in mattinata dal segretario generale Elisabetta Belloni.
Si tratta dell’episodio di spionaggio più grave dai tempi della Guerra Fredda e dimostra come anche l’Italia sia al centro della nuova strategia offensiva russa.
Chi è il militare italiano arrestato
A quanto appreso dalle agenzie di stampa Ansa e Agi da fonti investigative, l’ufficiale della Marina arrestato si chiama Walter Biot, un capitano di fregata in servizio presso l’ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa. Le identità dei soggetti coinvolti non sono state ancora rivelate ufficialmente ma, a quanto si apprende, l’ufficiale italiano avrebbe accettato di cedere informazioni classificate in cambio di denaro perché in gravi difficoltà economiche.
L’espulsione dei funzionari russi
Intanto, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha subito commentato i fermi dalla sua pagina Facebook: “In occasione della convocazione al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dell’ambasciatore russo in Italia, abbiamo trasmesso a quest’ultimo la ferma protesta del governo italiano e notificato l’immediata espulsione dei due funzionari russi coinvolti in questa gravissima vicenda. Ringrazio la nostra intelligence e tutti gli apparati dello Stato che ogni giorno lavorano per la sicurezza del nostro Paese. I due fermi sono stati effettuati dopo una lunga indagine ad opera dei carabinieri del Ros con la collaborazione dell’Aisi, l’intelligence interna, e dello Stato Maggiore della Difesa”, si legge nel post.
La cessione di documentazione classificata, ha sottolineato Di Maio durante una comunicazione al Senato, “è un atto ostile di estrema gravità”. Per questo, ha aggiunto il ministro degli Esteri, “abbiamo preso immediatamente i provvedimenti necessari”.
La replica russa
Poco dopo la convocazione dell’ambasciatore russo alla Farnesina è arrivata la replica della rappresentanza diplomatica della Federazione russa in Italia che ha confermato l’accaduto specificando che si stanno verificando “le circostanze dell’accaduto”.
“Per adesso – si legge nella nota – riteniamo inopportuno commentare i contenuti dell’accaduto. In ogni caso ci auguriamo che quello che è successo non si rifletta sui rapporti bilaterali tra la Russia e l’Italia”.
“Esprimiamo il nostro rammarico per l’espulsione da Roma di due dipendenti dell’ambasciata”, ha fatto invece sapere il ministero degli Esteri di Mosca. “Chiariremo le circostanze di questa decisione. Annunceremo i nostri possibili passi in relazione a questa azione che non corrisponde al livello delle nostre relazioni bilaterali”.
Intanto, come riporta l’agenzia Interfax, il vice presidente della commissione per gli Affari internazionali della Duma, Alexei Cepa, ha chiesto una risposta simmetrica da parte della Russia all’Italia. “Naturalmente saremo costretti a rispondere in modo analogo”, ha affermato il deputato russo. “Ci sarà una risposta simmetrica”.
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