Militare arrestato per spionaggio: “Aveva bisogno di soldi per la figlia malata, i russi ne hanno approfittato”
Militare arrestato per spionaggio: “Aveva bisogno di soldi per la figlia malata”
“Aveva bisogno di soldi per la figlia malata”: lo dichiara un collega di Walter Biot, il militare italiano arrestato nella giornata di martedì 30 marzo per spionaggio.
“I russi devono aver lavorato molto bene sulla sua debolezza, sui problemi personali di Walter” rivela al Corriere della Sera un ufficiale che lo conosce molto bene.
“Il suo bisogno di soldi si conosceva, sapevamo che non godesse di disponibilità economica” aggiunge il collega, che sottolinea: “Oh beninteso quello che ha fatto rimane un atto gravissimo per la sicurezza del Paese e della Nato, se si è davvero venduto non ci sono scusanti e così adesso si è rovinato la vita, rischia almeno 15 anni di carcere”.
Ma come è possibile che “l’amico di cui non si dubita di nulla”, come dichiara un altro collega di Biot, sia finito a vendere informazioni riservate ai russi?
La risposta è proprio nella vita privata del militare. Cinquantacinque anni, sposato con una psicoterapeuta, rimasta senza lavoro a causa del Covid, e quattro figli, tra cui una affetta da una grave disabilità e bisognosa di cure continue e costose e di un’assistenza totale per cui lui fruiva anche della Legge 104.
Ed è proprio a causa dei suoi problemi personali e delle sue debolezze che Biot viene agganciato dai russi nel 2020. Al militare italiano, così come racconta La Repubblica, viene consegnato uno smartphone dedicato.
Tutto quello che deve fare è fotografare i documenti Nato di interesse che scorrono sullo schermo del suo computer allo Stato Maggiore Difesa dove Walter Biot lavora dal 2016.
Le foto vengono salvate sulla nano-sim del telefono, che poi viene nascosta nel “bugiardino” di una scatola di medicinali. Ogni consegna, che avviene in un parcheggio degli autobus nel quartiere Eur, a Roma, vale 5mila euro.
Quello che il militare italiano non sa è che l’Aisi, il controspionaggio italiano, sa tutto e aspetta solo il momento giusto per intervenire. E così martedì 30, quando si ha la certezza che Biot e il suo intermediario russo hanno programmato l’ennesimo incontro, i due, con la collaborazione dei carabinieri del Ros, vengono arrestati.