Mike Pompeo, chi è il nuovo segretario di Stato USA
Martedì 13 marzo 2018 il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato di voler nominare Mike Pompeo (attuale capo della Cia) come nuovo segretario di Stato USA. Chi è, e cosa ha fatto prima? Un breve profilo
Martedì 13 marzo 2018 il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato di voler nominare Mike Pompeo (attuale capo della Cia) come nuovo segretario di Stato USA.
Pompeo prenderà il posto di Rex Tillerson, ma chi è e cosa ha fatto prima? Ecco un suo breve profilo.
Mike Pompeo ha 54 anni. Dal 2011 è rappresentante al Congresso statunitense di uno dei distretti dello stato del Kansas. È un esponente del movimento Tea Party, l’ala più conservatrice all’interno del Partito repubblicano, fervente sostenitrice del liberismo economico.
È stato membro della commissione parlamentare per l’energia e il commercio ma anche di quella d’intelligence. Inoltre, ha fatto parte della commissione incaricata di indagare sull’attacco del 2012 contro la sede diplomatica degli Stati Uniti a Bengasi, in Libia. In quel frangente, diede voce ad aspre critiche nei confronti dell’allora segretario di Stato Hillary Clinton.
Pompeo condivide con Trump anche l’opposizione all’accordo sul nucleare iraniano e solo ieri ha scritto su Twitter: “Non vedo l’ora di ritirare questo disastroso accordo con il più grande sponsor statale al mondo del terrorismo”.
Il deputato repubblicano, da sempre membro della National rifle association, sposa posizioni controverse: è contrario alla regolamentazione delle emissioni di gas serra, si è schierato contro la chiusura di Guantanamo, si oppone tanto ai matrimoni quanto alle adozioni gay, è fermamente antiabortista, anche nei casi di incesto e stupro, ed è un sostenitore dei programmi di sorveglianza dell’Agenzia nazionale per la sicurezza (Nsa).
Nato e cresciuto nella California del Sud, Mike Pompeo ha frequentato l’Accademia Militare degli Stati Uniti a West Point e ha trascorso cinque anni in servizio attivo.
Dopo essersi laureato alla Harvard Law School, ha gestito due imprese in Kansas, prima di dedicarsi alla politica.
Eletto alla Camera nel 2010, Pompeo, acceso conservatore, è diventato noto per le sue posizioni da falco, in particolare sulla sicurezza nazionale.
Il 16 novembre 2016, poco dopo la vittoria alle elezioni presidenziali contro Hillary Clinton, il presidente eletto Donald Trump ha nominato Mike Pompeo come direttore della Central Intelligence Agency (Cia).
In qualità di capo della Cia, Pompeo ha consegnato al presidente Trump diverse comunicazioni informative su questioni relative alla minaccia nucleare dalla Corea del Nord, alla guerra cibernetica da parte della Cina e della Russia e ad attività terroristiche che si diffondono dal Medio Oriente.
Nel corso della sua carriera, Pompeo è diventato noto per il suo conservatorismo fiscale e sociale e per le posizioni assai schiette su diverse questioni.
In seguito agli attacchi del 2012 al complesso diplomatico statunitense a Bengasi, in Libia, Pompeo è stato nominato al Comitato ristretto della Camera a Bengasi.
Pompeo è stato fortemente critico nei confronti di Barack Obama e della gestione degli eventi da parte del Segretario di Stato Clinton.
Pompeo si è opposto con veemenza all’accordo nucleare del 2015 siglato tra l’Iran e altre sei potenze mondiali, secondo cui le sanzioni imposte allo stato mediorientale sarebbero state revocate in cambio di nuove procedure di monitoraggio e della limitazione delle strutture di creazione di armi.
Nel 2015, quando il Senato ha votato per porre fine al Patriot Act, grazie al quale l’Agenzia per la sicurezza nazionale aveva accesso ai dati telefonici di milioni di americani, Pompeo è stato tra coloro che hanno insistito sul fatto che il paese stesse perdendo uno strumento prezioso per combattere il terrorismo.
Pompeo si è opposto alla chiusura della prigione militare di Guantánamo, a Cuba, dove sono stati incarcerati molti sospetti terroristi.
Osservando i detenuti del carcere in sciopero della fame durante una visita nel 2013, il membro del Congresso scherzò dicendo: “Sembra che molti di loro siano ingrassati”, definendo poi lo sciopero “una trovata politica”.