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Migranti, è stato Banksy a finanziare la nuova nave di ricerca e soccorso Louise Michel

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È stato Banksy a finanziare la nuova nave per il soccorso di migranti nel Mediterraneo Louise Michel

Le indiscrezioni circolano già da qualche giorno, ma adesso è arrivata la conferma ufficiale: è stato proprio Banksy a donare la Louise Michel, la nuova nave di ricerca e soccorso di migranti nel Mediterraneo centrale salpata lo scorso 18 agosto dal porto di Burriana, in Spagna, a un gruppo di attivisti internazionali. Lo yacth, in passato appartenuto alle autorità doganali francesi, porta il nome di una poetessa anarchica francese vissuta nell’800, e ha già effettuato una serie di operazioni: l’ultima ieri mattina, giovedì 27 agosto, portando in salvo un gruppo di 89 persone, di cui quattro bambini. Adesso attende le sia assegnato un porto sicuro.

È stato il quotidiano britannico The Guardian a dare la conferma ufficiale del coinvolgimento dell’artista inglese nell’operazione. E a riportare che è stato lo stesso Banksy, a settembre dell’anno scorso, a contattare la capitana tedesca Pia Klemp per proporle l’accordo. L’intento era quello di devolvere il ricavato delle opere dedicate alla migrazione da lui prodotte ad attività di soccorso in mare. In una semplice mail pubblicata dal Guardian, Banksy ha scritto a Klemp: “Ciao Pia, ho letto la tua storia sui giornali. Sono un artista e realizzo dei lavori sui migranti, ma non posso tenere i soldi. Forse potresti usarli tu per comprare una nave”.

La capitana, in passato a capo di numerose missioni in mare per conto di Ong, dalla tedesca Jugend Rettet a Sea Watch, in un primo momento ha creduto si trattasse di uno scherzo. Ma non lo era. Così Banksy ha acquistato lo yacht a motore lungo 31 metri e lavorato in gran segreto alla missione insieme al suo team, a Klemp e ad alcuni membri dell’equipaggio di SeaWatch, per salpare il 18 agosto dal porto di Burriana. La nave è più piccola di altre in dotazione alle Ong che soccorrono i migranti, ma con una velocità di 27 nodi è più rapida sia di queste che di molte unità della cosiddetta guardia costiera libica: dunque può riuscire a batterle sul tempo nelle operazioni per trovare e trarre in salvo i migranti, evitando che sia la guardia costiera libica a intercettare barche e gommoni.

“Vogliamo impedire che i libici riportino i migranti nei campi di detenzione in Nord Africa”, ha affermato la capitana della nave. Verniciata di rosa, con l’immagine di una bambina in giubbotto salvagente disegnata dallo stesso Banksy, la Louise Michel batte bandiera tedesca e ha un equipaggio di una decina di persone, uomini e donne di diverse nazionalità. Secondo Klemp, si tratta di una missione non umanitaria ma “anti-fascista e femminista“, motivo per cui soltanto le donne di bordo sono autorizzate a parlare a nome dell’iniziativa.

Leggi anche: 1. Banksy e l’omaggio a George Floyd: “Il razzismo è un problema dei bianchi” 2. Banksy in quarantena: “Mia moglie odia quando lavoro da casa” 3. Chi è Pia Klemp, la capitana della Sea Watch premiata dal comune di Parigi insieme a Carola Rackete 4. Noury (Amnesty) a TPI: “Governo fallimentare su Regeni e Zaky. L’ostilità alle Ong nasce con Minniti”

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