Come stanno e dove si trovano ora i migranti dell’Aquarius
Una donna ha abortito e che circa metà dei migranti ha già espresso il desiderio di fare richiesta d'asilo in Francia. Il racconto di Marta Vigneri, inviata di TPI a Valencia
Valencia, dall’inviata Marta Vigneri. Alle 13 di oggi, 18 giugno, la consigliera per la Sanità pubblica, Ana Barcelò, ha rilasciato gli ultimi dati relativi allo stato di salute dei 629 migranti arrivati ieri a Valencia, a bordo delle navi Dattilo, Aquarius e Orione.
Di loro, 226 sono stati sottoposti ad accertamenti medici e 122 sono stati trasferiti in cinque diversi ospedali della città di Valencia per una “diagnosi più esaustiva”, dichiara Barcelò, che si è ritrovata a dover gestire l’emergenza sanitaria legata all’arrivo dei migranti a solo una settimana dalla sua nomina.
Dei 122, dieci sono stati ricoverati, ma per patologie “non gravissime”, e per questo tra qualche giorno dovrebbe essere già possibile dimetterli.
La consigliera non ha dato altri dettagli sui sintomi dei dieci pazienti, ma i malori principali riscontrati al porto sono disidratazione, febbre, problemi renali, ustioni. Qualcuno dei migranti aveva le dita amputate.
Dei dieci ricoverati, sei sono le donne incinte in “vari stadi di gestazione”. Una ha avuto un aborto. Barcelò ha specificato che “le sue emorragie erano già iniziate durante la traversata”.
I minori non accompagnati sono 130, di cui la maggior parte, ovvero quelli tra i 12 e i 17 anni, è stata condotta all’ostello giovanile “La Florida” della città di Alicante, dove, secondo quanto riportato dai membri della Croce Rossa che viaggiavano con loro, “sono arrivati questa mattina cantando e contenti”.
Tutti loro, compresi i minori di 12 anni che si trovano ancora a Valencia, a partire da questo momento “sono valenziani”, e presi in carico cioè dal governo spagnolo.
Intanto a Valencia più di mille volontari continuano a lavorare e a fare da traduttori negli alberghi e negli altri centri di accoglienza dove risiede il resto dei migranti. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo “Il Periodico”, la maggior parte di loro sono stati accolti già da ieri nella residenza della Università di Cheste, un enorme centro multifunzione costruito da Franco per l’educazione dei figli dei dipendenti pubblici e gestito dalla Generalitat Valenziana a 30 chilometri dalla capitale.
Non si conosce nome e ubicazione degli altri luoghi di accoglienza. I 470 traduttori volontari viaggiano trasportati dalle navette della Croce Rossa che li preleva dal centro di coordinamento, il Padiglione Alinghi del porto, e li conduce a destinazione senza che loro sappiano quale sia.
Moltissimi i volontari che hanno trascorso la notte con i migranti.
Oggi le autorità della Generalitat Valenciana, che hanno disattivato il piano di emergenza attivato martedì scorso per l’arrivo dell’Aquarius, ha dichiarato che da quel giorno a oggi hanno ricevuto 2.560 mail e 1.299 chiamate di solidarietà e supporto dei cittadini.
Ancora non è chiaro quando i migranti saranno assegnati ai sette comuni della provincia di Valencia che si sono offerti di accoglierli. Si tratta dei comuni di Elche, Orihuela, Elda, Alcoy, Benidorm e Sella.
Cosa succede ora
Come specificato dalla polizia nazionale, ognuno dei 629 migranti a bordo dell’Aquarius ha ricevuto fin da ieri un permesso speciale per ragioni umanitarie, che ha la durata di 45 giorni.
Questo significa che per un mese e mezzo potranno restare nelle strutture a cui già sono stati assegnati o nei comuni che li accoglierà anche se, in principio, con il permesso dovrebbe essere possibile spostarsi in tutta l’aria Schengen.
Ma secondo quanto dichiarato dal Commissario per le frontiere Bernardo Alonzo, questo di fatto sarà possibile solo se il paese dove intendono viaggiare è la Francia, che già da sabato ha espresso la sua disponibilità ad accogliere alcuni dei rifugiati dell’Aquarius.
Secondo un comunicato diffuso oggi dal governo, quasi la metà dei circa 500 migranti “adulti” ha espresso il desiderio di fare richiesta d’asilo in Francia dopo aver compreso che il paese si è offerto di accoglierli.
Per Carmen Calvo, vicepresidente del governo, non ci sono ostacoli alla richiesta a condizione che la Francia applichi la sua stessa normativa.
A differenza della Spagna, infatti, la Francia ha una lista di “paesi sicuri” di provenienza che normalmente tiene in considerazione quando valuta le richieste d’asilo, anche se in linea di principio tutti possono fare domanda. Due dei paesi di provenienza dei migranti delle tre navi, ovvero Ghana e Senegal, fanno parte di questa lista.
Anche se la Spagna non ha una lista simile, la valutazione del paese di provenienza del richiedente come sicuro rientra tra i criteri di inammissibilità della richiesta d’asilo.
I paesi di provenienza dei migranti, secondo quanto già comunicato da Medici Senza Frontiere e confermato ieri dalla Polizia Nazionale durante le prime interviste e la raccolta delle impronte, sono 26: oltre a Ghana e Senegal, Afghanistan, Algeria, Camerun, Chad, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea (Conakry), Guinea Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Pakistan, Sierra Leona, Sudan, Sudan del sud, Bangladesh, Repubblica Democratica del Congo, Liberia, Somalia, Togo e isole Comore.
Intanto a sud della Spagna
Il messaggio di apertura lanciato dal governo spagnolo attraverso la straordinaria accoglienza riservata ai migranti dell’Aquarius e le dichiarazioni della settimana scorsa del Ministro dell’interno Fernando Grande Marlaska, che si era detto disposto a “togliere il filo spinato dalle recinzioni con Ceuta e Melilla”, sembra essere arrivato forte e chiaro anche a sud del Paese, dove i porti di Tarifa e Motril hanno ricevuto nel fine settimana 1.103 migranti provenienti del Maghreb e dell’Africa sub-Sahriana su imbarcazioni di fortuna.
Ed è notizia di oggi che almeno mille migranti abbiano raggiunto il confine tra il Marocco e le città autonome di Ceuta e Melilla in questa settimana. La vicenda dell’Aquarius rappresenterebbe così un punto di svolta anche per quanto riguarda le rotte dei migranti che dal nord dell’Africa cercano di raggiungere l’Europa.