Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:52
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

È inutile piangere se in Europa continuiamo a costruire muri

Immagine di copertina

Migranti annegati America muri | Sono morti così, un padre e la sua bimba di due anni, annegati nel Rio Grande mentre cercavano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti evitando il muro.

L’uomo era un cittadino salvadoregno, Oscar Alberto Martinez, la sua figlioletta Angie Valeria. I due corpi sono a faccia in giù, immersi nell’acqua di un canneto sporca di fango, trasportati a riva dalla corrente sulla sponda sud del fiume.

Si vede la bimba ancora con le scarpette, legata al padre da quella che sembra essere una maglietta con il quale l’uomo forse cercava di tenere la piccola stretta a sè nel disperato tentativo di proteggerla.

“Makes America great again”. Far tornare grande l’America.

Le quattro parole che avrebbero contribuito a spingere Donald Trump verso la Casa Bianca sono il frutto di un’ispirazione nata diversi anni prima, quando praticamente nessuno al di fuori di lui se lo sarebbe potuto figurare mentre presta giuramento come 45esimo presidente degli Stati Uniti. “Makes America great again”, ripete Trump.

E oggi l’America si sveglia commossa e sconvolta, i commentatori in tv a stento trattengono l’emozione e in qualche caso le lacrime. Ma tutti sanno quale immenso dramma si consumi ormai da anni lungo quel confine, ed esattamente come noi europei, nessuno sa reagire diversamente provando e cercando un cambiamento.

La foto che vediamo oggi – e che vedremo circolare sui social ancora per qualche giorno – resta lì come cartolina consunta.

Ma le cartoline non si mandano più. Ci siamo assuefatti a tutto e non bastano due corpi cuciti in una maglietta a risvegliare le nostre coscienze.

“Makes America great again”. Quello di Trump è uno slogan divisivo e rivolto al passato. Non strizza l’occhio alla diversità, all’educazione o al progresso.

E nell’America di Trump non c’è spazio per disperazione e povertà, non per quella altrui, quantomeno.

Il 25 giugno, 15mila militari messicani sono stati inviati alla frontiera nord da Tijuana a Matamoros. Si aggiungeranno ai 6500 dislocati lungo confine con il Guatemala. Questi numeri sono frutto dell’accordo tra Stati Uniti e Messico per contenere i flussi migratori dal centro-america.

I migranti lasciano le loro case per le violenze che subiscono nei loro Paesi, per la mancanza di opportunità, perché la delinquenza comune costringe i bambini, li obbliga ad entrare nelle loro gang. Quelli che hanno delle attività sono costretti a pagare tangenti. Quando si gestisce un’attività che rende 50 dollari al giorno è difficile darne 25 al crimine organizzato.

Questa è la necessità, la disperazione. La stessa che dall’altra parte del mondo obbliga uomini, donne e bambini ad attraversare deserti, mari e montagne in cerca di un barlume di speranza.

Noi li vediamo affogare nel Mediterraneo, congelare sulle Alpi o stramazzare stipati in camion o container per superare le frontiere. L’Europa reagisce spaventata.

Quasi mille chilometri. Sei volte tanto la lunghezza del famigerato Muro di Berlino. A tanto arrivano i muri e le barriere dentro e lungo i confini di tredici stati europei e dell’area Schengen. Lo si può scopre leggendo l’ultimo report del think tank di Amsterdam The Transnational Institute (Tni) che pubblica “Building walls. Fear and securitization in the European Union” della ricercatrice Ruiz Benedicto.

Migranti annegati America muri | Tutti i muri del mondo

“Costruire muri e militarizzare i confini, anche tra gli stati membri”, si legge nella ricerca, “sembra essere la risposta ai movimenti delle persone che arrivano alle porte dell’Europa”.

Ha iniziato la Grecia ma, nel giro di poco tempo, il suo esempio è stato seguito dappertutto. Iniziato nel 2013, il muro tra Bulgaria e Turchia è stato definitivamente concluso nel 2017 per una lunghezza complessiva di circa 200 km, con filo spinato, torrette presidiate da soldati e guardia di frontiera con camere a infrarossi e sensibili al calore.

Nel 2015 altri muri e barriere sono stati costruiti ai confini di stati europei, come l’Ungheria, l’Austria, la Slovenia, ed extra Ue, come la Macedonia. L’Ungheria, guidata dal primo ministro Orban, è diventata l’icona dell’Europa dei muri: lungo il confine con la Serbia corre una barriera di 150 km, quella lungo la Croazia ha una lunghezza doppia.

L’approccio di Orban ha fatto scuola e, sempre nel 2015, per ostacolare i migranti lungo la cosiddetta “Balkan Route” è stata la Macedonia a istallare delle barriere al confine con la Grecia.

Nel 2015 il filo spinato è stato posizionato per 3 km anche lungo il confine tra Austria e Slovenia, presso il passaggio della zona vinicola di Spielfeld. Era la nuova via seguita dai migranti, dopo la chiusura del confine tra Ungheria e Croazia.

L’ultima barriera lungo la Balkan Route è quella tra Croazia e Slovenia, lunga quasi 200 km e istallata, sempre nel 2015, per bloccare, indirizzare secondo la versione delle autorità, il flusso dei migranti.

Più di 30 mila sono le persone che dal 1990 hanno perso la vita, cercando di raggiungere l’Europa via mare o via terra. A 30 anni dalla caduta del muro di Berlino, il costo umano delle barriere, sempre più lunghe e sempre di più in un’Unione europea, nata per abbatterle, continua a essere alto. Non solo in America.

Migranti annegati America muri | Ghiaccioli d’Europa: dove eravamo mentre i migranti alla frontiera della Francia morivano congelati

Ti potrebbe interessare
Esteri / Elezioni Usa, pubblicate almeno 68 fake news in 65 giorni
Esteri / E e se i sondaggi per l’ennesima volta non ci avessero preso?
Esteri / Alluvione Valencia, nessuna vittima al centro commerciale. Il re e il premier Sánchez contestati. Allarme rosso ora a Barcellona
Ti potrebbe interessare
Esteri / Elezioni Usa, pubblicate almeno 68 fake news in 65 giorni
Esteri / E e se i sondaggi per l’ennesima volta non ci avessero preso?
Esteri / Alluvione Valencia, nessuna vittima al centro commerciale. Il re e il premier Sánchez contestati. Allarme rosso ora a Barcellona
Esteri / Israele cancella l'accordo di cooperazione con l'Agenzia Onu per i palestinesi
Esteri / Quanto tempo ci vorrà per scoprire chi avrà vinto le elezioni americane?
Esteri / Il suicidio economico di Israele: -20% del Pil pur di distruggere Gaza. E quest’anno chiuderanno migliaia di aziende
Esteri / Trump: “Proteggerò le donne, che a loro piaccia o meno”. Kamala Harris: “Vuole decidere per voi”
Esteri / Libano, Unifil: “Presi di mira più di 30 volte solo a ottobre: una ventina di attacchi da Israele”
Esteri / McDonald’s, 90 casi di escherichia coli negli Usa: scoperta la causa della contaminazione degli hamburger
Esteri / Gaza: 43.204 morti dal 7 ottobre 2023. Hamas rifiuta proposte di tregua temporanea. Libano: altre 10 vittime in due raid dell'Idf. Hezbollah lancia attacchi contro Israele: 7 morti. Tel Aviv bombarda il gruppo in Siria. Razzo lanciato contro lo Stato ebraico colpisce base irlandese dell'Unifil: nessun ferito. Netanyahu: "Non c'è una data stabilita per la fine della guerra"