Migranti, almeno 27 morti al confine tra Marocco e Spagna. Sanchez: “Responsabilità dei trafficanti”
Sarebbero almeno 27 i migranti morti venerdì mattina nella calca nel tentativo di entrare nell’enclave spagnola di Melilla. A denunciarlo sono state la Ong spagnola Caminando Fronteras e l’Associazione Marocchina dei diritti umani, secondo le quali ci sarebbero anche centinaia di feriti, sia tra i migranti sia tra gli agenti delle forze dell’ordine marocchine. In un primo momento le autorità spagnole avevano parlato invece di 18 morti.
Commentando l’ennesima strage di migranti che si è compiuta venerdì, il premier Sanchez ha parlato di “un assalto violento e organizzato” contro Melilla, responsabilità di “mafie che trafficano con esseri umani” e ha ringraziato le forze di sicurezza spagnole e marocchine per il loro “straordinario lavoro”. Amnesty International ha espresso “grande preoccupazione” per quanto accaduto e ha chiesto “un’indagine indipendente”.
Erano le 6.40 di venerdì mattina quando duemila profughi subsahariani hanno tentato di superare la cortina di dieci metri di altezza che circonda la città autonoma di Melilla. Solo 500 di loro sono riusciti ad arrivare al valico di frontiera in prossimità del “Barrio Chino”, dove hanno assaltato il cancello di ingresso. In 133 sarebbero riusciti ad entrare all’interno dell’enclave spagnola in Marocco.
Gli altri, secondo le testimonianze, sarebbero morti asfissiati nella calca dopo esser caduti in un avvallamento nel tentativo di superare una recinzione, sul lato marocchino della frontiera. Chi cadeva dalla rete veniva calpestato da altri migranti che tentavano la scalata e schiacciato da quelli che a loro volta cadevano o venivano spinti o tirati giù. Per respingere i profughi sono intervenuti un gran numero di agenti della Guardia Civil e di gendarmi di Rabat. Tre profughi sono stati ricoverati nell’ospedale di Melilla.