“Nuove regole per proteggere il web”: l’appello di Mark Zuckerberg ai governi
Anche Internet ha bisogno di nuove regole e a dichiararlo è Mark Zuckerberg. Il fondatore e amministratore delegato di Facebook ha sottolineato che servono “nuove regole per proteggere il web dai contenuti pericolosi” e l’ha fatto con una lettera aperta pubblicata dal Washington Post.
L’appello di Zuckerberg arriva dopo gli ultimi scandali che hanno coinvolto Facebook e il suo intento è quello di proteggere i dati e la privacy degli utenti, ma anche di prevenire le interferenze elettorali.
Tali intenti, secondo Zuckerberg, sono attuabili con un maggiore coinvolgimento dei governi, che dovrebbero elaborare nuove norme per “garantire l’integrità del processo elettorale e per proteggere la privacy della gente”.
“La tecnologia è una parte importante della nostra vita e aziende come Facebook hanno enormi responsabilità. Ogni giorno prendiamo decisioni su contenuti dannosi, su cosa costituisce la pubblicità politica e su come prevenire attacchi informatici sofisticati. Queste cose sono importanti per mantenere la nostra comunità al sicuro, ma se iniziassimo da zero, non chiederemmo alle aziende di formulare questi giudizi da soli”, queste sono le parole del fondatore di Facebook pubblicate sul Washington Post e poi riportate anche sul proprio account ufficiale Facebook.
Il celebre social network è stato oggetto di diverse critiche negli ultimi tempi, in seguito al terribile attentato alle due moschee di Christchurch: l’aggressore aveva trasmesso in diretta su Facebook l’attacco contro i musulmani in Nuova Zelanda.
In vista delle elezioni del Parlamento Europeo di maggio, l’ideatore del social network avrebbe inserito regole più rigide circa la pubblicità presente su Facebook. “I legislatori spesso mi dicono che abbiamo troppo potere sulle parole e, francamente, sono d’accordo. Facebook non dovrebbe prendere così tante decisioni importanti per conto nostro”.
Secondo il CEO del più grande social media al mondo, cosa bisogna fare? Lavorare insieme agli stati per mettere a punto una cornice globale, seguendo il modello della General Data Protection Regulation dell’Unione Europea.