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Ritratto di Mark Rutte, il “Signor no” del Recovery Fund

Immagine di copertina
Mark Rutte. Credit: Ansa

È il nemico numero uno dell’Italia nella trattativa per il piano di aiuti europei nella crisi da Coronavirus, eppure il ristorante preferito del primo ministro olandese Mark Rutte, 53 anni, è italiano. Si chiama “L’Impero Romano”. È il locale dove ha portato a cena Giuseppe Conte nella sua visita all’Aja. Ed è lo stesso ristorante dove nel weekend il “Signor No” si concede un momento di relax con la sorella. Il suo piatto preferito è il minestrone.

Inflessibile. Nei mesi scorsi Rutte ha perso la madre, morta di Coronavirus. Era ricoverata in una casa di riposo e il figlio durante la malattia non è mai andato a trovarla. “Non voglio violare le norme”, aveva detto il premier.

È l’uomo che rischia di far saltare tutto. Capitano dei cosiddetti Paesi “frugali” (Svezia, Danimarca e Austria, ma anche la Finlandia). Rutte si oppone allo stanziamento degli aiuti a fondo perduto previsti dal Recovery fund. Per i Paesi del sud è lui il guastafeste. L’olandese, però, non è inviso solo a Italia e Spagna – che a detta sua “devono imparare a fare da sole”- è guardato a vista anche dall’asse franco-tedesco e tenuto a distanza dai Visegrad. L’uomo ostacolo della trattativa è riuscito a guadagnarsi persino l’antipatia di Viktor Orban.”Non so quale sia la ragione personale per cui il primo ministro olandese odia me o l’Ungheria, ma ci sta attaccando molto duramente – ha detto il Presidente ungherese a margine del Consiglio europeo – Dobbiamo chiarire che se l’accordo è bloccato, non è a causa mia, ma a causa del ragazzo olandese, perché è lui che ha iniziato questo caos”.

A capo del governo dell’Aja dal 2010, Mark Rutte è il secondo leader europeo più longevo dopo la tedesca Angela Merkel. Leader da 14 anni del Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd), l’olandese liberale ha una grande capacità negoziale che gli ha permesso di governare con tutti: dalla destra ai socialisti passando anche per il sovranista Geert Wilders (l’uomo del cartello “Non un centesimo all’Italia”).

Prima della carriera politica Rutte è stato manager della multinazionale Unilever, responsabile delle risorse umane. All’università ha studiato Storia. Figlio di imprenditori protestanti e ultimo di sette fratelli, Mark Rutte ha avuto diversi lutti in famiglia: prima della madre il premier ha perso il padre, una sorella e un fratello, quest’ultimo morto di Aids nel 1989.

Ama l’arte e la musica. Rutte è un pianista mancato. Tifoso del Feyenoord, Rutte è scapolo: inscalfibile persino di fronte all’amore. Frugale fino al midollo, vive ancora nell’appartamento che ha preso dopo l’università e in città si sposta solo in bici o al massimo con una vecchia Saab di seconda mano. È l’uomo del momento ed è anche l’uomo che può affossare il sogno europeo.

Leggi anche: 1. Rutte si dice “pessimista” su un accordo sul Recovery Fund e prepara le barricate in vista del vertice tra i leader Ue / 2. Conte e la trattativa sul Recovery Fund: i nodi ancora da sciogliere / 3. Consiglio europeo, via libera al Recovery fund: cosa prevede l’accordo
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