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Mariupol, 200mila civili intrappolati senza acqua ed elettricità, la testimonianza: “Beviamo la neve”

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La città di Irpin a nord-est di Kiev. Credits: ANSA.

La decima giornata di guerra si è aperta con l’annuncio della tregua da parte del ministero della Difesa russo, per fare uscire 200mila civili da Mariupol e 15mila da Volnovakha. In poco tempo, però, le speranze di un’evacuazione significativa sono state gelate e l’esercito di Putin ha ripreso l’offensiva in grande stile. “La città di Mariupol è tra le aree al momento pesantemente colpite dalla guerra in Ucraina”, riporta la Ong medico-umanitaria Medici Senza Frontiere, il cui staff si trova ancora nei rifugi della città sud-orientale ucraina insieme alle famiglie.

“La situazione oggi è la stessa dei giorni scorsi. Questa notte i bombardamenti sono stati più intensi e ravvicinati. Ieri abbiamo raccolto neve e acqua piovana per avere un po’ di acqua”, racconta uno di loro. “Abbiamo cercato di prendere l’acqua nei punti di distribuzione ma la coda era enorme. Volevamo anche avere del pane ma non sono chiari gli orari e i luoghi di distribuzione. Secondo alcuni racconti, diversi negozi di alimentari sono stati distrutti dai missili e i beni rimanenti sono stati presi dalle persone in disperato bisogno. Non c’è ancora elettricità, acqua, riscaldamento e la connessione per i telefoni cellulari. Nessuno ha ancora sentito parlare di evacuazione. Le farmacie hanno finito le medicine”.

Christine Jamet, direttrice delle operazioni di MSF, ha chiesto passaggi sicuri per permettere ai civili, tra cui anche lo staff Msf e le loro famiglie, di uscire da Mariupol. Le persone sono rimaste bloccate nella città, dove la guerra è arrivata talmente all’improvviso che molti non sono riusciti a fuggire. “I civili non possono rimanere bloccati in zona di guerra” afferma Christine Jamet di MSF.  “Le persone che cercano sicurezza devono poter fuggire senza la paura di essere coinvolte nelle violenze”.

Intanto oggi, domenica 6 marzo, il vicecomandante della milizia filorussa dell’autoproclamata di Donetsk (Dpr), Eduard Basurin, ha dichiarato che “in mattinata i corridoi umanitari saranno riaperti a Mariupol e a Volnovakha”, riporta l’agenzia russa Tuss. “Noi speriamo ancora che i comandi ucraini incaricati di difendere le regioni abitate ordinino ai loro subordinati di sbloccare le vie di fuga (…) affinché i civili possano lasciare queste aree popolate”, ha detto Basurin ai giornalisti, secondo Tass. Ieri il leader russo Vladimir Putin ha accusato i “nazionalisti” ucraini di aver impedito alla gente di evacuare quando i corridoi umanitari erano in vigore e il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov ha asserito che “nessuno si è presentato”. Ma le autorità di Mariupol riportano un’altra versione: secondo il sindaco e il vice-sindaco della città l’offensiva comandata da Vladimir Putin non si è mai arrestata.

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