Manovra, commissario Ue Moscovici: “Il debito è una brutta bestia, impoverisce il popolo”
“Gli italiani sono liberi nelle loro scelte democratiche e la Commissione non è qui per proporre una contromanovra. Ma con la nostra lettera chiediamo al Governo che la manovra si avvicini alle regole europee, perché non puo’ restare al 2,4 per cento di deficit e con uno scarto del deficit strutturale di un punto e mezzo. Questo non è possibile, chiediamo una correzione. E la chiediamo attraverso un dialogo costruttivo”, è uno dei passaggi chiavi dell’intervista del Commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici, a PiazzaPulita in onda stasera 18 ottobre.
“Forse sarà bella, ma questo è un giudizio estetico. Il problema qui è funzionale, giuridico e politico. È una manovra che non rispetta le regole”, è quanto sostiene il commissario Ue alla domanda sull’affermazione del premier Conte che ha detto che “è una bella manovra finanziaria”.
“L’Italia ha un debito pubblico del 130 per cento del Pil, fanno 37 mila euro per ogni cittadino. Possiamo fare più deficit quando siamo già molto indebitati?”, si chiede Moscovici.
“La questione è: questo non andrà poi a pesare sulle generazioni future? Per me la risposta è chiara: un debito che cresce impoverisce il popolo perché ogni euro di debito in più è un euro in meno per le infrastrutture, per l’istruzione, per la giustizia sociale, per la sicurezza”, spiega a Corrado Formigli.
“È una brutta bestia il debito pubblico perché é la più improduttiva delle spese”, afferma il Commissario Ue.
“Io rimarrò in carica fino al novembre 2019, quindi valuterò non solo questa manovra ma anche la prossima”, puntualizza il commissario commentando le parole dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini secondo cui tra sei mesi l’attuale Commissione Ue andrà a casa dopo il voto europeo.
La dura lettera della Commissione europea all’Italia sulla manovra finanziaria
La Commissione europea ha inviato al governo italiano una dura lettera in cui contesta formalmente la manovra approvata il 15 ottobre 2018 dal Consiglio dei ministri e recapitata a Bruxelles per essere esaminata.