Fu un missile russo ad abbattere il volo MH17 della Malaysia Airlines
Lo ha stabilito il team internazionale incaricato di indagare sulla strage in cui morirono 288 persone: Olanda e Australia attaccano Mosca, che però nega qualsiasi coinvolgimento
È stato un missile russo ad abbattere il volo della Malaysia Airlines MH17 nei cieli dell’Ucraina orientale il 17 luglio del 2014.
Lo hanno stabilito gli investigatori che lavorano all’inchiesta internazionale sulla strage, in cui morirono 273 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio.
L’esito dell’indagine è stato reso noto giovedì 25 maggio 2018.
Sulla base di tali risultanze, i governi di Olanda e Australia accusano la Russia di essere responsabile di quanto avvenuto.
“Abbiamo comunicato alla Federazione Russa che la riteniamo responsabile e abbiamo chiesto di avviare un dialogo intorno alle circostanze che hanno portato alla tragica perdita di vite innocenti”, hanno fatto sapere in una dichiarazione congiunta i ministri degli Esteri dei due paesi.
Mosca, però, respinge le accuse. Vladimir Chizhov, rappresentante permanente della Russia presso l’Unione europea, ha liquidato i risultati dell’indagine internazionale, come “una vecchia storia”.
“Nessun missile anti-aereo dell’esercito russo ha mai varcato la frontiera russo-ucraina”, si legge in un comunicato del ministero della Difesa russo, che punta il dito invece contro unità militari ucraine che avrebbero utilizzato missili Buk di produzione sovietica.
Il team investigativo che ha condotto le indagini è guidato dall’Olanda ed è composto da ricercatori forensi dei cinque paesi più coinvolti nell’incidente: Olanda, Malesia, Australia, Ucraina e Belgio.
Già nel settembre 2016 la procura olandese aveva affermato che il missile era stato fornito dai russi mediante un sistema Buk da un’area all’epoca controllata dai ribelli filo-russi del Donbass.
L’abbattimento del volo MH17 è avvenuto nel pieno del conflitto tra le truppe governative ucraine e i separatisti filo-russi.
L’aereo aveva lasciato l’aeroporto Schiphol di Amsterdam, in Olanda, il 17 luglio 2014 e sarebbe dovuto arrivare a Kuala Lumpur, in Malesia, il giorno seguente.
Il velivolo ha perso il contatto con le torri di controllo a circa 50 chilometri dal confine tra Russia e Ucraina.
L’apparecchio si è schiantato nella zona di Donetsk, in un territorio controllato da separatisti filo-russi.
Qualche mese prima, l’8 marzo 2014, un altro volo della Malaysia Airlines, l’MH370, scomparve improvvisamente dai radar.
Dopo anni di ricerche e di analisi il team è arrivato alla conclusione che sia stato il pilota a far sparire il Boeing 777 e poi probabilmente a farlo schiantare.
Le ricerche dei resti del volo MH370, partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino, sono in corso da anni.
A bordo vi erano 239 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio.