Venezuela, Maduro espelle l’incaricato degli affari Usa a Caracas
La decisione fa seguito all'imposizione di nuove sanzioni economiche decise da Washington in risposta alla rielezione di Maduro come presidente del Venezuela
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha dichiarato di aver espulso l’incaricato d’affari degli Stati Uniti nel paese, il più alto rappresentante diplomatico americano a Caracas.
“Ho dichiarato persona non grata l’incaricato d’affari degli Stati Uniti, e annuncio la sua partenza entro 48 ore”, ha affermato il presidente al Consiglio nazionale elettorale, aggiungendo di “respingere” le sanzioni statunitensi.
La decisione fa seguito all’imposizione di nuove sanzioni economiche decise da Washington in risposta alla rielezione di Maduro come presidente del Venezuela.
Anche l’Unione Europea sta pensando di imporre sanzioni al Venezuela. Le elezioni sono state segnate da “irregolarita’” e dal mancato rispetto degli standard internazionali, ha dichiarato l’Alto rappresentante Federica Mogherini.
Il 20 maggio 2018 si sono tenute le elezioni presidenziali in Venezuela. Nella stessa giornata i cittadini venezuelani hanno eletto anche i consigli comunali e Consigli legislativi statali.
Il presidente uscente, Nicolas Maduro, in carica dal 2013 è stato rieletto con circa il 70 per cento dei voti tra le proteste delle opposizioni, che hanno boicottato la tornata elettorale in segno di protesta contro presunte irregolarità.
Gli Stati Uniti avevano annunciato “rapide misure economiche e diplomatiche” in seguito alle “elezioni farsa” che hanno visto la vittoria di Nicolas Maduro come presidente del Venezuela.
“L’elezione in Venezuela è una farsa, né libera né equa. Il risultato illegittimo è un nuovo colpo all’orgogliosa tradizione democratica del Venezuela”, ha dichiarato il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence.
Gli Stati Uniti non resteranno a guardare “mentre il Venezuela crolla e la miseria continua a colpire il popolo coraggioso”, ha continuato Mike Pence.
Non tutti i paesi riconosco la validità delle elezioni, tra questi gli Stati Uniti, l’Unione Europea e molti paesi latinoamericani.
“Le elezioni presidenziali del 20 maggio in Venezuela sono state indette senza un ampio accordo sul calendario elettorale né sulle condizioni per un processo elettorale credibile e inclusivo”, aveva affermato Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Il dato ufficiale sull’affluenza dice che si è recato alle urne il 46 per cento degli aventi diritto, pari a circa 8 milioni di cittadini: dato in netto calo rispetto all’80 per cento delle presidenziali di cinque anni fa.
Maduro, leader del Partito socialista bolivariano, ha raccolto 5,8 milioni di consensi, a fronte degli 1,8 milioni del candidato ultraliberista Henri Falcon, ex socialista passato alla destra.
“È stata una elezione legittima, legale, appropriata. Convoco i candidati dell’opposizione a una giornata di dialogo per individuare le vie per una riconciliazione nazionale”, ha detto.
“Noi chavisti siamo democratici: in 19 anni in Venezuela si è votato 25 volte e abbiamo perso due volte. Se uno perde deve ammetterlo”, ha aggiunto il presidente.