A Los Angeles è stata abbattuta la statua di Cristoforo Colombo: “Fu un genocida, non deve essere celebrato”
È stato Mitch O’Farrell, consigliere comunale discendente di una tribù di nativi americani, a promuovere l'inziativa per rimuovere la scultura, regalata alla città dalla comunità italiana
Cristoforo Colombo considerato il responsabile del genocidio dei nativi americani. Con questa accusa la città di Los Angeles ha rimosso la statua del navigatore italiano, che si trovava al centro della piazza di Gran Park, vicino a Coty Hallo, la sede del municipio. Dopo anni di petizioni, a vincere sono stati i detattori dello scopritore del Nuovo Mondo, che hanno festeggiato mentre il monumento veniva portato via con una gru.
È stato Mitch O’Farrell, consigliere comunale di Los Angeles e discendente di una tribù di nativi americani, a promuovere l’inziativa per rimuovere la scultura, che era stata regalata alla città dalla comunità italiana. “È stato personalmente responsabile di diverse atrocità, le sue azioni hanno messo in moto il più grande genocidio della storia. La sua immagine non dovrebbe essere celebrata da nessuna parte”, ha scritto O’Farrell.
“Colombo non ha scoperto l’America poiché non ha mai raggiunto le coste del Nord America e c’erano già milioni di indigeni che vivevano qui. La sua immagine non dovrebbe essere celebrata da nessuna parte”, ha aggiunto. La rimozione avviene a meno di un mese da quando la metropoli californiana ha celebrato il primo Indigenous Peoples’ Day, festività che ha sostituito il Columbus Day. “Una giornata storica”, era stato il commento della Native American Indian Commission.
Il ruolo di Cristoforo Colombo era già stato messo in discussione in altre occasioni. Nel 2018 era stata accesa la polemica sulla statua del navigatore collocata a Columbus Circle, nel cuore di Manhattan a New York. Era intervenuta la Farnesina dopo che una commissione istituita dal sindaco di New York Bill de Blasio aveva inserito il genovese nella ‘lista nera’ delle statue e dei simboli presenti in città.
E dopo gli scontri razzi di Charlottesville, quando tre persone dei movimenti in difesa dei diritti dei migranti erano stata uccise da suprematisti bianchi, le statue del navigatore erano state danneggiate o abbattute in diverse città, come Houston e Detroit.