L’Italia dovrebbe dire di no a Silvio
“Una vittoria di Berlusconi sarebbe un disastro per il Paese”, scrive ieri il Financial Times in un editoriale non firmato
L’Italia dovrebbe dire di no a Silvio
“Un disastro per l’Italia”: la condanna è senza mezzi termini. Secondo il Financial Times, uno dei giornali economici più influenti al mondo, Berlusconi finirebbe per ignorare la sua promessa elettorale di ridurre le tasse, e si concentrerebbe sulla soluzione dei suoi problemi giudiziari – che all’estero sono giudicati con una linea morale ben più dura di quella italiana. “Nel frattempo”, continua il quotidiano londinese, “gli investitori sarebbero molto più diffidenti nei confronti dell’Italia, mentre sulla scena europea Berlusconi verrebbe giudicato un partner inaffidabile, e di conseguenza l’Italia verrebbe marginalizzata’.
Il giudizio perentorio della City non giunge inaspettato: non è infatti la prima volta che il Financial Times si schiera nettamente contro il Cavaliere. Lo scorso dicembre, in seguito alla decisione del Pdl di negare la fiducia al governo Monti, il giornale, durissimo, scrive: “Se Berlusconi provasse vergogna, smetterebbe di giocare con il presente del suo Paese per proteggere il suo futuro politico. Ma sfortunatamente, il Cavaliere non fa atti di pentimento. L’anno scorso ha portato l’Italia sull’orlo del collasso, e non si farebbe scrupoli a farlo di nuovo”.
Cresce invece una perplessa curiosità nei confronti di Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, che secondo il New York Times sta diventando un punto di riferimento nazionale per tutti gli italiani delusi dai partiti tradizionali, sempre meno capaci di empatizzare con l’elettorato. Secondo il prestigioso quotidiano newyorkese, il successo del comico è dovuto a “un’abile mix di humor, indignazione e rabbia, e a un’organizzazione fatta di gente comune”. Sottovalutarlo sarebbe un grave errore.
Ma mentre il New York Times si limita a descrivere le rocambolesche giornate della campagna elettorale, il Financial Times si rivolge direttamente all’elettorato italiano, quasi lanciando un appello: “Quando andranno alle urne tra due settimane, gli italiani dovrebbero lanciare a Berlusconi un chiaro messaggio: ‘Non sei il bentornato’. Per uscire dalla crisi economica, Roma ha bisogno di leader credibili, non di un ritorno a un passato ormai screditato”.