In Libia sono iniziate le registrazioni per le elezioni del 2018
In Libia la commissione elettorale ha annunciato l’inizio della registrazione degli elettori in vista delle elezioni previste per il 2018.
Le elezioni fanno parte di un piano proposto dall’inviato Onu in Libia Ghassan Salamé per risolvere la crisi libica. I tentativi di ritorno alla stabilità sono stato favoriti anche dalla ripresa della produzione petrolifera, tornata quest’anno ai livelli più alti da almeno quattro anni. Nonostante l’annuncio, la Libia deve ancora approvare una legge elettorale per il voto.
Il presidente della commissione elettorale Emad Al Sayeh ha dichiarato che il periodo per la registrazione degli elettori sarebbe durato 60 giorni a iniziare da mercoledì 6 dicembre, durante una conferenza stampa assieme a Ghassan Salamé. Per i cittadini residenti fuori dal paese invece la registrazione inizierà da febbraio 2018. Al Sayeh ha dichiarato che dovrà registrarsi anche chi lo ha già fatto in passato, visto che saranno aggiornati gli elenchi elettorali.
“Devono sussistere condizioni legislative in termini di legge elettorale, così come condizioni politiche nel senso che tutti i libici (…) dovrebbero accettare i risultati delle elezioni” ha dichiarato Salamé.
La Libia è al momento amministrata da un governo sostenuto dalle Nazioni Unite (e dall’Italia) a Tripoli e da un altro governo a Tobruk, nella Libia orientale, sostenuto da Russia, Egitto e Emirati Arabi Uniti.
A settembre l’Onu ha promosso un tentativo di riformare gli accordi di pace del 2015 che avevano portato alla creazione del governo di Tripoli guidato da al Serraj, che avrebbe dovuto essere un governo di unità nazionale.
La scorsa settimana gli Stati Uniti hanno rinnovato il sostegno al governo libico e a Salamé, esortando tutte le fazioni nel paese a collaborare nell’organizzazione delle elezioni.
A luglio il governo guidato da al Serraj ha trovato un’intesa per un cessate il fuoco con il generale Haftar, accordandosi anche per programmare elezioni presidenziali e parlamentari.
La Libia è caduta nella guerra civile in seguito alla morte di Muammar Gheddafi nel 2011. Il conflitto e il proliferare di gruppi di miliziani nel paese hanno alimentato l’attività di organizzazioni terroristiche e il traffico di esseri umani. Un video pubblicato dall’emittente Cnn ha portato alla ribalta internazionale la questione della riduzione in schiavitù di migranti africani che transitano nel paese per cercare di raggiungere l’Europa. La scorsa l’Unione europea e l’Unione africana hanno approvato un piano per rimpatriare i migranti bloccati nel paese.