Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:58
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Libia, continuano gli scontri tra milizie. L’allarme di Msf: “A Tripoli sono a rischio 800mila migranti”

Immagine di copertina
Credit: MAHMUD TURKIA/AFP/Getty Images

Negli scontri hanno perso la vita 30 persone, tra cui civili. Msf: "I recenti scontri dimostrano come la Libia non sia un luogo sicuro per i migranti, rifugiati e richiedenti asilo”

Continuano gli scontri a Tripoli. Molti quartieri della città sono bloccati da milizie rivali.

Il gruppo armato libico della Settima brigata, una milizia formalmente dipendente dal Governo di Accordo Nazionale ma di fatto autonoma, sostiene di avere il controllo dell’area intorno all’aeroporto internazionale della capitale.

Secondo una fonte militare vicina al gruppo armato, citata dall’emittente locale al-Ahrar TV, i miliziani hanno “occupato ampie zone dell’altopiano” agricolo a sud della capitale libica e l’area di Khallet al-Furjan. La notizia non è stata confermata da fonti indipendenti.

Giovedì 30 agosto, il governo di al-Sarraj aveva dichiarato di avere raggiunto un accordo per il cessate il fuoco ma la Settima brigata ha negato la firma di qualsiasi accordo a fermare i combattimenti.

Il bilancio delle vittime degli scontri tra milizie rivali, iniziati lunedì 26 agosto, ha superato i 30 morti e il centinaio di feriti. Solo nella giornata di giovedì 30 agosto, almeno due persone sono rimaste uccise e nove sono state ferite.

Medici senza frontiere ha fatto sapere che i combattimenti hanno messo in pericolo la vita dei residenti locali e di quasi 8mila tra rifugiati, richiedenti asilo e migranti rimasti intrappolati nell’area degli scontri.

Secondo un comunicato pubblicato da Msf, i bisogni umanitari nei centri di detenzione di Tripoli sono aumentati da quando sono scoppiati i combattimenti a sud della capitale libica.

“I recenti scontri dimostrano come la Libia non sia un luogo sicuro per i migranti, rifugiati e richiedenti asilo”, dichiara Ibrahim Younis, capomissione in Libia per Msf.

“Molti sono fuggiti da paesi devastati dalla guerra o hanno trascorso mesi detenuti in condizioni orribili nelle mani dei trafficanti di esseri umani prima di essere trasferiti in questi centri di detenzione”.

“Queste persone, già estremamente vulnerabili, si trovano adesso intrappolate in un altro conflitto senza la possibilità di fuggire”, ha aggiunto. “Non dovrebbero essere prigionieri semplicemente perché cercavano sicurezza o una vita migliore. Dovrebbero essere immediatamente rilasciati ed evacuati in un paese sicuro”.

Dopo essere rimasti intrappolati negli ultimi giorni nell’area a sud della capitale libica, centinaia di migranti sono stati trasferiti dai centri di detenzione governativi di Tripoli.

Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, i migranti sono stati portati da due centri di detenzione, situati nell’area di Ain Zara, a sud-est di Tripoli, in un “luogo più sicuro”.

Come sottolineato dall’Onu, una delle conseguenze dirette dei combattimenti tra milizie è la pressione sui migranti, sia quelli detenuti nei centri governativi sia quelli in attesa di proseguire il viaggio per raggiungere l’Europa.

All’esplodere degli scontri, le guardie erano scappate abbandonando i migranti per tre giorni nelle gabbie senza più cibo né acqua né la possibilità di poter evadere.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Spagna, bus esce di strada e rimane inclinato in verticale all’imbocco della galleria: almeno 45 feriti
Esteri / I gruppi
di estrema destra
che bloccano gli aiuti
per Gaza
ricevono donazioni
dagli Usa
e da Israele
Esteri / Prima apparizione di Trump dopo l’attentato: l’ex presidente alla convention repubblicana con l’orecchio bendato. Scelto J.D. Vance come vice
Ti potrebbe interessare
Esteri / Spagna, bus esce di strada e rimane inclinato in verticale all’imbocco della galleria: almeno 45 feriti
Esteri / I gruppi
di estrema destra
che bloccano gli aiuti
per Gaza
ricevono donazioni
dagli Usa
e da Israele
Esteri / Prima apparizione di Trump dopo l’attentato: l’ex presidente alla convention repubblicana con l’orecchio bendato. Scelto J.D. Vance come vice
Esteri / Gaza, Hamas: "Israele ha ucciso 160 giornalisti dal 7 ottobre". Onu: "Bombardate il 70% delle scuole dell'Unrwa"
Esteri / Trump, archiviato il caso dei documenti riservati sottratti alla Casa Bianca: “Basta caccia alle streghe”
Esteri / Un nuovo video mostra l’attentatore di Trump mentre si arrampica sul tetto: il pubblico lo nota e richiama l’attenzione
Esteri / Russia, parlò del massacro di Bucha: la giornalista Masha Gessen condannata in contumacia a 8 anni
Esteri / Israele: poetessa palestinese Hanan Awwad fermata, aggredita e interrogata per ore sui suoi scritti
Esteri / Trump torna a parlare dopo l’attentato: “Grazie a Dio non sono morto. Ora ho l’occasione per unire gli Usa e il mondo intero”
Esteri / Gaza, l'Unrwa: "Ci vorranno 15 anni per rimuovere le macerie nella Striscia". Media libanesi: "In settimana in Qatar riprendono i negoziati per la tregua"