Libia: chiusi i centri di detenzione migranti di Tajoura, Misurata e Al-Khoms
La decisione è stata presa dal governo libico guidato da Fayez al-Sarraj
Libia: chiusi i centri migranti di Tajoura, Misurata e Al-Khoms
Sono stati chiusi i centri migranti di Tajoura, Misurata e Al-Khoms, in Libia.
A riferirlo è il sito web del canale televisivo Al Ahrar, che cita fonti del ministero dell’Interno del governo libico guidato da Fayez al-Sarraj.
I responsabili dei tre centri sono stati già avvertiti e ora provvederanno all’espulsione dei migranti attualmente detenuti nei centri.
Secondo quanto trapelato, la chiusura è immediata.
Uno dei tre centri, quello di Tajoura, nelle vicinanze di Tripoli, nella notte tra il 2 e il 3 luglio è stato bombardato in un raid aereo a opera dell’Esercito nazionale libico guidato dal comandante Khalifa Haftar. Il bombardamento ha provocato ufficialmente 53 vittime e almeno 130 feriti, anche se molti ritengono che i morti possano essere stati molti di più.
In seguito all’azione militare a opera di Haftar, il governo libico aveva valutato l’ipotesi di chiudere immediatamente tutti i centri di detenzione presenti nel paese.
“Il governo è tenuto a proteggere tutti i civili, ma il fatto che vengano presi di mira i centri di accoglienza da aerei F16 e la mancanza di una protezione aerea per i migranti clandestini nei centri stessi, sono tutte cose al di fuori della capacità del governo” aveva scritto il ministro dell’Interno Fathi Bashagha all’indomani dell’attacco aereo.
Dopo l’annuncio di Bashagha, già il centro di Tajoura, uno dei tre colpiti dal provvedimento di chiusura, era stato sgomberato con il rilascio di 350 migranti.
Resta da capire se anche altri centri verranno chiusi d’ora in avanti, così come promesso da Bashagha.
Il rilascio immediato dei migranti che si trovano in Libia potrebbe provocare un vero e proprio esodo verso l’Europa. Secondo un dato ufficioso diffuso dall’Unhcr, infatti, sono quasi 6mila le persone attualmente detenute in più di venti centri presenti sul territorio della Libia. Una quindicina di questi sarebbero sotto il controllo di Tripoli.