Libano, violenti scontri a Beirut: almeno 5 morti e 30 feriti
A Beirut, in Libano, sono in corso violente proteste. La Croce Rossa libanese riferisce di cinque morti e circa trenta feriti. La violenza è scoppiata nel corso di una manifestazione per chiedere la rimozione del giudice Tarek Bitar, incaricato di condurre le indagini sull’esplosione nel del porto della capitale dell’agosto 2020. Disastro che provocò 200 morti.
I principali oppositori del giudice sono i sostenitori di Hezbollah, il gruppo politico e militante libanese sostenuto dall’Iran. L’avversione si deve ai recenti provvedimenti di Bitar che questa settimana ha emesso un mandato di arresto per l’ex ministro delle finanze Ali Hassan Khalil, un alto funzionario del partito Amal, alleato di Hezbollah. Bitar ha anche emesso mandati di arresto per il legislatore Nouhad Machnouk, alleato dell’ex primo ministro Saad Hariri ed ex ministro dell’Interno. Lunedì 11 ottobre il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah ha espresso parole dure contro il giudice, accusato di essere “politicizzato”.
Da Beirut arrivano immagini di guerriglia urbana, barricate e manifestanti armati. Ai militari è stato dato l’ordine di sparare a chiunque imbracci un’arma. “È chiaro – sostiene un alto rappresentate di Hezbollah – che a sparare contro i manifestanti sono gruppi armati organizzati che pianificavano questo attacco da tempo”. Partecipano allo scontro anche i militanti armati del movimento sciita Amal che, secondo quanto riferisce un giornalista Ansa sul posto, hanno sparato almeno due granate da lanciarazzi contro l’esercito libanese.
Il premier libanese, Najib Mikati, ha lanciato un appello alla calma in un comunicato, chiedendo “l’arresto dei responsabili”. Le autorità hanno fatto sapere che il presidente Michel Aoun è in contatto con il ministro dell’Interno e il capo dell’esercito per decidere le misure necessarie per calmare la situazione.