A più di un anno dalle esplosioni di Beirut, il Libano forma un nuovo governo
A più di un anno dalle esplosioni di Beirut, il Libano forma un nuovo governo
Dopo più di un anno di stallo il Libano avrà un nuovo governo, che sarà guidato da uno degli uomini più ricchi del paese. A 13 mesi dalle devastanti esplosioni che hanno distrutto parte di Beirut e hanno costretto alle dimissioni il suo predecessore, Najib Mikati ha oggi annunciato dal palazzo presidenziale libanese di Baabda di aver ottenuto l’approvazione del presidente della Repubblica Michel Aoun per formare il governo. La nomina di Mikati, che ha ricevuto l’incarico a luglio dopo la rinuncia dell’ex primo ministro Saad al-Hariri, segue mesi di negoziati tra le forze politiche che per decenni hanno guidato il paese, sempre più vicino al collasso economico.
Mikati ha dichiarato che cercherà di riprendere i colloqui con il Fondo monetario internazionale, per tentare di scongiurare la catastrofe, dopo le violenze scoppiate in diverse parti del paese ad agosto a causa delle carenze di carburante. Il Libano, già il terzo paese più indebitato al mondo prima della pandemia, sta affrontando la peggiore crisi economica e valutaria dalla fine della guerra civile 30 anni fa. Secondo quanto dichiarato da Mikati, il paese non potrà più permettersi i sussidi all’acquisto di benzina importata a causa della scarsa disponibilità di valuta estera.
La formazione di un nuovo esecutivo era la condizione necessaria richiesta dalla comunità internazionale, in particolare dalla Francia e dall’Unione Europea (Ue), per sbloccare gli aiuti internazionali per tentare di far uscire l’economia libanese dalla crisi. Il governo potrebbe però avere durata breve: Mikati ha infatti dichiarato che intende rispettare tenere in tempo le elezioni parlamentari previste per la prossima primavera.
Il magnate delle costruzioni e delle telecomunicazioni, già primo ministro nel 2005 e dal 2011 al 2013, guiderà un gruppo di 24 ministri, divisi tra esponenti cristiani e musulmani sunniti e sciiti. Durante le trattative per formare il governo Mikati, sunnita proveniente dalla città settenttrionale di Tripoli, ha ottenuto il sostegno del movimento islamico sciita Hezbollah e dal partito sciita Amal, guidato dal presidente del parlamento Nabih Berri, oltre all’ex primo ministro Saad al-Hariri, un sunnita. Hezbollah, considerato un gruppo terroristico dagli Stati Uniti, ha espresso due dei 24 ministri del nuovo governo.