Libano: il Parlamento elegge un nuovo presidente della Repubblica dopo due anni. Ecco chi è il generale Joseph Aoun
Il comandante in capo dell’esercito di Beirut succede a Michel Aoun, che ha concluso il suo mandato il 31 ottobre 2022
Ecco chi è il nuovo presidente della Repubblica del Libano Joseph Aoun
Il Parlamento di Beirut ha eletto il generale Joseph Aoun nuovo presidente della Repubblica del Libano, colmando un vuoto istituzionale durato oltre due anni e due mesi. Il comandante in capo dell’esercito di Beirut, che ha ottenuto 99 voti, succede così a Michel Aoun (con cui non è imparentato), che aveva concluso il suo mandato il 31 ottobre 2022. Si tratta del quinto comandante dell’esercito nella storia del Libano a diventare capo dello Stato, il quarto consecutivo.
Il generale, appoggiato dalle Forze libanesi, dal gruppo armato sciita Hezbollah, dal partito Amal e dal Movimento Patriottico Libero (CPL), è stato eletto al secondo turno delle consultazioni tenute oggi in Parlamento, avendo raccolto “soltanto” 71 voti nel primo giro di votazioni, che prevedevano una maggioranza dei due terzi dei 128 deputati. I consensi raccolti dal militare libanese vanno però ben oltre l’aula di Beirut. A livello internazionale infatti Aoun gode dell’appoggio di Stati Uniti, Francia, Arabia Saudita, Qatar ed Egitto e delle maggiori istituzioni finanziarie internazionali.
A capo dell’esercito libanese dal 2017, il 61enne si è trovato ad affrontare una profonda crisi finanziaria che ha ridotto drasticamente gli stipendi degli 80 mila militari del Paese dei Cedri, a cui ha dovuto persino togliere la carne dalle mense dei soldati in servizio, costringendolo ad accettare diversi aiuti internazionali, soprattutto provenienti da Stati Uniti, Qatar, Francia, Italia e altri Paesi europei. Soltanto lo scorso mese, durante la conferenza di Parigi, Aoun è riuscito a ottenere 200 milioni di dollari a sostegno delle forze armate di Beirut.
Di confessione cristiana-maronita, il generale è sposato, ha due figli e parla fluentemente arabo, francese e inglese. Nato nel sobborgo orientale di Sinn al-Fil a Beirut nel 1964, la sua famiglia è però originaria di Aychieh, un comune del distretto di Jezzin del governatorato del Sud del Libano.
Arruolatosi nell’esercito a soli 19 anni, si è formato soprattutto in Siria e negli Stati Uniti, conseguendo nel 2007 una laurea in scienze politiche e affari internazionali alla Lebanese American University. Il suo primo comando gli fu affidato nel 1990 quando assunse la guida del Reggimento Commando, noto anche come unità al-Maghaweer, delle forze speciali. Ma la sua ascesa tra i ranghi cominciò nel 2015 quando divenne comandante della nona Brigata dell’esecito schierata al confine con Israele.
Due anni dopo, nel marzo 2017, fu scelto come comandante in capo delle Forze armate libanesi e fu proprio nell’agosto di quell’anno che guidò l’operazione “Jroud Dawn” con cui i militari di Beirut riuscirono a cacciare centinaia di miliziani del Fronte al-Nusra, alleato di al-Qaeda, e del sedicente Stato islamico (Isis) che si erano trincerati nelle aree al confine tra il Libano orientale e la Siria. Un’azione che lo ha reso molto popolare nelle cancellerie occidentali. Malgrado il suo mandato fosse scaduto nel gennaio 2024, il Parlamento gli ha prorogato l’incarico di comandante dell’esercito per ben due volte, l’ultima soltanto a novembre scorso.
Durante la ripresa delle ostilità tra Israele e Hezbollah, seguita agli attentati di Hamas del 7 ottobre 2023, Aoun ha tenuto le forze armate fuori dal conflitto, costato comunque la vita a più di 40 soldati libanesi. Il generale ha inoltre giocato un ruolo chiave nel consolidare un cessate il fuoco di 60 giorni mediato a novembre da Washington e Parigi, che scadrà il prossimo 27 gennaio e prevede il ritiro delle forze del gruppo armato sciita e delle truppe dello Stato ebraico dal sud del Libano, dove dovrà schierarsi l’esercito di Beirut.
Apparso raramente sui media, il generale non ha mai espresso pubblicamente le sue opinioni sull’arsenale di Hezbollah, considerato più potente rispetto all’esercito libanese. Al contrario, in una rara intervista concessa nel 2017 al quotidiano libanese Al-Akhbar, considerato vicino al gruppo armato sciita, Aoun affermò che avrebbe “limitato l’interferenza politica” nell’esercito. Nel marzo 2021 invece, in un raro intervento pubblico, criticò la classe politica al potere per il crollo finanziario del Paese arabo, affermando che i soldati soffrivano la fame insieme al resto della popolazione. “Cosa intendete fare?”, chiese ai politici, molti dei quali oggi lo hanno eletto al più alto scranno della Repubblica. Ora però il suo primo compito sarà quello di nominare un nuovo premier che succeda al primo ministro uscente Najib Mikati, il cui mandato è scaduto nel 2022.