Libano: due forti esplosioni al porto di Beirut, almeno 73 morti. Ferito un militare italiano
Migliaia di persone sarebbero rimaste ferite in due potenti esplosioni che hanno scosso l’aerea portuale della capitale libanese a Beirut, oggi, martedì 4 agosto 2020. Ci sarebbero almeno 73 morti e oltre 3700 feriti secondo il bilancio ufficiale del ministero della Sanità. Numeri destinati a salire secondo quanto riferito dalla Croce Rossa libanese. In serata ha parlato il premier Hassan Diab, per chiedere aiuto ai “Paesi amici”. “Rivolgo un appello urgente a tutti i Paesi amici e fraterni che amano il Libano perché stiano al nostro fianco e ci aiutino a lenire le nostre ferite profonde”. I responsabili della “catastrofe” di Beirut dovranno darne conto”: ha aggiunto il primo ministro libanese. “Quello che è successo oggi non passerà senza conseguenze – ha detto in un messaggio televisivo -. I responsabili di questa catastrofe ne pagheranno il prezzo”. Il governatore di Beirut, tale è la situazione catastrofica in città, ha paragonato le esplosioni odierne a quelle di Hiroshima.
Aggiornamento – Una forte esplosione avvenuta all’interno del porto di Beirut ha coinvolto un team della missione Unifil. Un militare italiano del contingente ha riportato lievi ferite. È stato lo stesso militare a informare direttamente i familiari sul suo stato di salute. Sul posto, in stretto coordinamento con le forze di sicurezza libanesi, sono intervenuti i soccorsi del Sector West di Unifil che stanno provvedendo all’evacuazione del personale. Sono in corso gli accertamenti da parte di Unifil e delle forze di sicurezza libanesi per accertare la dinamica dell’accaduto. (Qui tutti i dettagli)
“Le terribili immagini che arrivano da Beirut descrivono solo in parte il dolore che sta vivendo il popolo libanese. L’Italia farà tutto quel che le è possibile per sostenerlo. Con la Farnesina e il ministero della Difesa stiamo monitorando la situazione dei nostri connazionali”. Ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte.
Secondo le prime ricostruzioni, si è trattato di un incidente in un magazzino. L’onda della potente deflagrazione ha investito un’estesa area della città, distruggendo diversi edifici. Secondo Al Arabiya e diversi testimoni ci sarebbero state almeno due esplosioni, nella zona del porto. Stando ad alcune fonti libanesi, per ora non confermate, la prima esplosione sarebbe avvenuta in un deposito di fuochi d’artificio. In base a quanto riferisce su Twitter la corrispondente del quotidiano emiratino The National, Joyce Karam, una delle due deflagrazioni avrebbe invece avuto luogo nelle vicinanze della residenza dell’ex primo ministro Saad Hariri. Poco prima, sempre a Beirut, erano scoppiati scontri tra le forze di sicurezza libanesi e i manifestanti scesi in piazza nei pressi del ministero dell’Energia per protestare contro le interruzioni di energia elettrica che possono durare fino a 20 ore.
Alcune persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie di edifici circostanti abbattuti dalla deflagrazione: secondo l’agenzia turca Anadolou, è interamente crollato un edificio di tre piani. L’onda d’urto ha mandato in frantumi i vetri e fatto saltare le porte degli edifici per un raggio di diversi chilometri. Alcuni distretti sono rimasti senza elettricità.
Stunning video shows explosions just minutes ago at Beirut port pic.twitter.com/ZjltF0VcTr
— Borzou Daragahi 🖊🗒 (@borzou) August 4, 2020
Stunning video shows explosions just minutes ago at Beirut port pic.twitter.com/ZjltF0VcTr
— Borzou Daragahi 🖊🗒 (@borzou) August 4, 2020
A essere pesantemente colpito è stato il distretto commerciale di Hamra dove interi negozi sono stati completamente distrutti, finestre infrante e molte macchine danneggiate. Tante persone, insanguinate, si sono affollate fuori dal Clemenceau Medical Center. Un’enorme nuvola di fumo nero ha inghiottito l’intera area portuale. Sui social si moltiplicano le immagini dell’esplosione avvenuta nel periodo della peggiore crisi economica degli ultimi decenni, che ha lasciato quasi la metà della popolazione in povertà; e in un momento in cui gli ospedali sono già messi a dura prova per la pandemia da nuovo Coronavirus.
One minute after I woke up two big explosions happened in #Beirut and I found myself flying back from the hit, I thought the building was going down. Anyway, I am ok, not sure what happened all the area around me in Mar Mkhayel is destroyed like my place. pic.twitter.com/JN2i4IYnjH
— Mohamad محمد (@monajem) August 4, 2020
Le esplosioni al porto di Beirut sono state avvertite anche a Larnaca, a Cipro, a 200 chilometri dal porto della capitale libanese. Nel frattempo, il presidente libanese, Michel Aoun, ha convocato il Consiglio supremo di difesa, per una riunione urgente in serata. Il presidente ha inoltre dispiegato tutte le forze militari per fare fronte all’emergenza e sono stati avviati pattugliamenti nei quartieri più colpiti. Lo rendono noto i media locali.
Fonti israeliani qualificate, citate da Reuters, hanno sottolineato che Israele non ha alcun legame con le esplosioni avvenute al porto di Beirut. Anche Hezbollah ha dichiarato che la deflagrazione non è stata causata da missili. A una prima ispezione, il responsabile della sicurezza di Beirut ha dichiarato che l’esplosione è avvenuto in un magazzino di materiali altamente infiammabili.
“L’Italia è vicina agli amici libanesi in questo momento tragico. I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime, a cui esprimiamo il nostro profondo cordoglio, e alle persone ferite, a cui auguriamo una pronta guarigione”. Lo dice il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, secondo un tweet della Farnesina.
Le possibili cause dell’esplosione
L’esplosione sarebbe scaturita da “un carico di nitrato di sodio” sequestrato un anno fa e tenuto in un magazzino. Lo rende noto un fonte di sicurezza citata dai media locali. Il nitrato di sodio, anche chiamato nitro del Cile, perché estratto in quel Paese a partire dal XIX sec., viene usato in composti esplosivi.