Lettera a TPI: “Carissima Europa, quando te ne andrai lascerai le macerie di questa guerra tra poveri”
Lettera di un lettore di TPI alla redazione:
Cara Unione Europea, ogni tanto, con la tua immancabile solidarietà, fai sentire il tuo amore per le tue figlie. Con esemplare altruismo hai aiutato la Grecia, nei confronti della quale non hai esitato a tirar fuori il meglio della tua generosità. Ti sei prodigata per scongiurane il fallimento riducendo alla fame chi, in quel paese, era già alla fame, hai fatto rilevare, dalle altre sorelle che compongono la tua bella famiglia, porti e aeroporti di quella piccola terra, in assenza della quale l’occidente non sarebbe mai esistito.
Da una decina d’anni ti stai generosamente prodigando per il bene del nostro Bel Paese, da quando abbiamo finito di mangiarci gli ultimi spiccioli americani a difesa dal comunismo, morto con la caduta del muro di Berlino. Nel 2011 “hai preso per mano” la nostra democrazia incapace di produrre elementi diversi da nani e ballerine e, con il silenzio assenso della nostra meravigliosa classe politica, ci hai fatto un mazzo che difficilmente dimenticheremo.
Oggi ci si è messo anche il Covid ad estremizzare quell’atmosfera da default che, ad intervalli regolari, da noi, sempre, si è respirata. Nonostante nel 2021 l’Italia non sia più gestita solo da nani e ballerine, “prenderci per mano”, questa volta, è stato più complicato. Il governo del quale oggi dovrai prenderne il posto non ti consente di farlo con attacchi a colpi di Spread, far dimissionare l’attuale premier, con gli stessi mezzi che hai utilizzato per l’Altro, quello che faceva ridere Merkel con Sarkozy, non ti sarà possibile perché Conte è stato, se non il migliore, almeno il meno peggio di tutti i suoi predecessori.
Ma la gestione dei 200 miliardi, necessari per salvare l’Italia e l’Europa, non la si può dare in mano a nessuno e, per non scontentare nessuno, come dieci anni prima, li hai messi tutti da una parte e il tuo uomo più importante a comandare dall’altra, con i nani, i populisti, le ballerine e i sovranisti a raccogliere le briciole ad uso per i loro consensi quando la tua benevolenza ci restituirà la nostra miserabile democrazia.
Voi lo sapevate ma non si poteva dire, il popolo queste cose non le deve sapere. Conte, il 21 luglio 2020, è uscito sorridente dal Parlamento Europeo, così come ha fatto al commiato da quello italiano, il tuo uomo più potente ha parlato un mese dopo citando gli elementi essenziali per la crescita, Di Maio confessa a Di Battista che il governo cadrà a novembre (poi a febbraio per Covid) e Renzi iniziava a palesare quelle insofferenze a crescita esponenziale fino all’obiettivo che gli era stato assegnato.
Fin qui va tutto bene, io ti capisco, quando si sborsa una cifra del genere ci si interroga se i beneficiari siano affidabili, in che modo impiegheranno le risorse e quante possibilità di restituzione ci potrebbero essere, proprio come una qualsiasi banca. Ma Tu sei una banca e a questi parametri non puoi derogare, hai voluto vederci chiaro fino in fondo, in prima persona, come sempre. Ma, in realtà, non va tutto bene. Hai costretto a vivere nella stessa stanza tutto il panorama politico di una nazione.
Carissima Europa, noi avremmo capito il tuo ingresso nelle nostre ridicole istituzioni se oltre alla gestione dei soldi ti fossi preoccupata di tutto il resto del quale, a quanto pare, non te ne frega niente. Quando te ne andrai, lascerai le macerie di questa guerra tra poveri, una guerra dove i danni collaterali li subirà la società civile. Avrai posto le basi del peggior futuro politico/istituzionale per questo paese.
Morirà il Movimento Cinque Stelle divorato dalla vergogna di aver dovuto accettare le tue condizioni pena il ritiro del Recovery Fund, morirà nel simbolo dei silenzi obbligati di Paola Taverna, nella frustrazione di non aver potuto urlare al mondo che non poteva esserci alternativa. Ma se qualcuno dovrà morire per la perdita di dignità ce ne saranno altri che ne trarranno ulteriore linfa proprio perché non ce l’hanno mai avuta, quelli che vogliono continuare a rubare senza andare in galera, avere vitalizi da sogno, essere sempre più ricchi in modo tale che i poveri riescano a cibarsi dal loro trasudo senza ricorrere al reddito di cittadinanza, costruire ponti dove possano attingere le mafie delle relative sponde. Carissima Europa, il tuo, come sempre, sarà solo un arrivederci.
Maurizio Contigiani