Il sito archeologico di Leptis Magna è in stato di abbandono
Il conflitto in Libia sta influendo anche sul patrimonio culturale del Paese
Leptis Magna è un’antica città romana, nonché uno dei principali siti archeologici esistenti in Libia. La maggior parte delle strutture oggi visibili risalgono all’epoca dell’imperatore Settimio Severo, e si sono conservate fino a oggi in un ottimo stato.
Leptis Magna potrebbe essere dunque un importante sito turistico e ospitare numerose attività legate alle sue bellezze archeologiche tali da fornire un contributo alla crescita economica dell’area. Tuttavia, il conflitto in corso nel Paese dal 2011 ha reso questo luogo completamente isolato dal mondo esterno e lo ha lasciato in uno stato di abbandono.
Il personale di guardia a Leptis Magna, infatti, non viene pagato, e la quasi totalità dei visitatori, come è facile immaginare, sono libici. Durante i giorni feriali, il sito archeologico è praticamente deserto, solo alcuni adolescenti raggiungono le rovine e le usano come punto d’incontro.
Ciò che rimane della vecchia sorveglianza non è in grado di tenere sotto il proprio controllo il sito. Esistono per questo alcune decine di sorveglianti volontari, che vivono nei dintorni e hanno deciso di proteggere l’antica Leptis Magna.
I negozi turistici della zona sono ancora esistenti, ma chiusi e abbandonati da anni.
Prima delle sollevazioni che hanno portato alla caduta di Muammar Gheddafi, Leptis Magna era uno dei luoghi turistici più frequentati di tutta la Libia, anche dai turisti stranieri che si recavano in visita nel paese.
Leptis Magna è stato inserito dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’Umanità, ma dal 2016 è stato classificato tra quelli “in pericolo”. Nonostante il sito archeologico rimanga ancora in gran parte in buono stato di conservazione, l’anno scorso si è verificato un crollo nelle terme romane, e alcune pareti in marmo sono sono state danneggiate.
Non mancano però gli sforzi a livello internazionale per difendere questo importante sito archeologico. L’ICCROM, organismo intergovernativo che si occupa della difesa del patrimonio, sta cercando – come detto da Zaki Aslan, suo rappresentante per gli stati arabi – di andare oltre le diverse fazioni attualmente in lotta tra loro in Libia per la difesa dei siti più importanti.
Oltre a questo, l’agenzia di viaggi Soviet Tours, che realizza viaggi in posti difficili da raggiungere, è riuscita a far viaggiare in Libia 60 persone non provenienti dai Paesi arabi nel corso del 2016.
Gianluca Pardelli, fondatore di questa agenzia, ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters che vede nella Libia un grande potenziale turistico, soprattutto tra gli italiani, alcuni dei quali hanno avuto parenti che hanno vissuto in questa ex colonia. La sua agenzia offre viaggi in gran parte della Libia, tranne in alcuni luoghi considerati eccessivamente pericolosi.