Le sterilizzazioni in India
Negli ultimi due anni in India sono stati eseguiti oltre 4,5 milioni di interventi chirurgici per limitare le nascite
Almeno dieci donne sono morte e altre 64 sono state ricoverate dopo un’operazione di sterilizzazione in un ospedale di campo nello stato del Chhattisgarh, nell’India centrale, nell’ambito di una campagna portata avanti dal governo per limitare la crescita demografica del Paese.
Circa 80 donne – tra i 26 e i 40 anni – si erano sottoposte lo scorso sabato 8 novembre a un intervento chirurgico in laparoscopia per chiudere le tube, un tipo di sterilizzazione irreversibile largamente diffuso in India. Poche ore dopo, molte avevano lamentato forti dolori, febbre e nausea, ed erano state ricoverate d’urgenza.
Il governo del Chhattisgarh ha chiesto di aprire un’inchiesta sul caso, anche se i funzionari sanitari locali negano ogni responsabilità per la morte delle donne. Il ministro di stato Raman Singh ha sospeso quattro medici per le morti sospette e ha sporto denuncia formale verso il chirurgo che ha eseguito le oltre 80 sterilizzazioni in poche ore, scrive la Bbc.
Le campagne di sterilizzazione non sono una novità in India e fanno parte di un programma nazionale a lungo termine per controllare le nascite. Con 1,2 miliardi di abitanti, si prevede che già nel 2030 l’India avrà superato la Cina come nazione più popolosa al mondo.
Ma la crescita demografica indiana rischia di trasformarsi in un’arma a doppio taglio per il governo, dal momento che circa 800 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà e, seguendo il trend positivo, sarebbero destinati ad aumentare.
Negli ultimi due anni sono stati eseguiti oltre 4,5 milioni di interventi di sterilizzazione in India e le morti in seguito a operazioni chirurgiche mirate a limitare le nascite non sono una novità: tra il 2009 e il 2012, il governo ha pagato risarcimenti per la morte di oltre 560 persone, secondo il corrispondente del Guardian, Jason Burke.
Anche se la crescita della popolazione è rallentata negli ultimi quarant’anni – dal 2,3 per cento negli anni Settanta a uno stabile 1,6 per cento nell’ultimo periodo – l’esplosione demografica è all’ordine del giorno nell’agenda politica indiana. In molte zone rurali, molto spesso i figli sono visti come braccia per lavorare piuttosto che come bocche da sfamare.
Anche se l’India è stata il primo Paese al mondo a introdurre politiche per la limitazione delle nascite, a differenza della Cina non ha adottato misure drastiche come la one child policy di Pechino, che stabilisce di obbligo per la maggior parte delle famiglie ad avere un solo figlio.
Negli anni Settanta, durante i ventidue mesi di emergenza dichiarata dall’allora primo ministro Indira Gandhi, e la conseguente sospensione dei diritti civili, milioni di uomini e donne furono sottoposti a sterilizzazione forzata in un tentativo di controllo delle nascite.
Da allora, la politica demografica indiana, si è concentrata sul combinare coercizione e incentivi per la sterilizzazione, come ricorda Soutik Biwas della Bbc. Alle donne dello stato del Chhattisgarh erano state offerte 1400 rupie (meno di 20 euro) per la sterilizzazione.
La pianificazione familiare, in India, si è da sempre focalizzata unicamente sulle donne: uno studio rivela che il 37 per cento delle donne sposate si sottopone alla sterilizzazione dopo la nascita dell’ultimo figlio desiderato.
In una società patriarcale dominata dagli uomini come quella indiana, la vasectomia (o sterilizzazione maschile) non è socialmente accettata e metodi contraccettivi alternativi sono ancora poco diffusi.
Anche se le autorità dichiarano che la sterilizzazione è volontaria, diverse Ong e attivisti sottolineano come gli incentivi, in zone marginalizzate e impoverite, possano essere uno strumento di coercizione, laddove i mariti costringono le donne a sterilizzarsi in cambio di soldi o elettrodomestici.
Tre anni fa ad esempio, nello stato del Rajasthan, una campagna governativa incoraggiava le famiglie a sterilizzarsi in cambio della più piccola automobile del colosso industriale indiano, la Tata Nano. Vicenda che ha portato al centro del dibattito nazionale le questioni etiche legate alla promozione delle sterilizzazioni da parte del governo.