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Le elezioni di metà mandato

Immagine di copertina

I Repubblicani ottengono la maggioranza al Senato e ora controllano entrambi i rami del Congresso. Per Obama un periodo difficile

Il 4 novembre si è votato negli Stati Uniti per le elezioni di metà mandato, le cosiddette midterm elections, le più importanti dopo quelle presidenziali.

Si tengono ogni quattro anni, a metà del mandato quadriennale del presidente degli Stati Uniti: da qui il nome di midterm elections. Si vota sempre il giorno dopo il primo lunedì di novembre, così come per le presidenziali. (Negli Stati Uniti si va alle urne sempre il martedì; nel Regno Unito il giovedì e in Italia la domenica).

Sono stati eletti tutti i 435 membri della Camera dei Rappresentanti e 36 dei 100 senatori. Insieme a loro, sono stati scelti 36 governatori, 46 parlamenti locali su 50 stati federali americani e si è votato per 142 referendum in diversi stati (in fondo la scheda completa con maggiori dettagli).

La Cnn riporta che l’organizzazione di queste elezioni di metà mandato è costata agli Stati Uniti 4 miliardi di dollari, 10 volte di più rispetto alla spesa stanziata dal governo americano per combattere il virus Ebola.

COME SONO ANDATE LE ELEZIONI:

I Repubblicani hanno consolidato la loro maggioranza alla Camera dei Rappresentanti e hanno ottenuto la maggioranza anche al Senato. Quello appena rinnovato è il 114esimo Congresso degli Stati Uniti e si insedierà il prossimo 3 gennaio.

Per Barack Obama inizia un periodo difficile: dovrà affrontare gli ultimi due anni del suo secondo e ultimo mandato da presidente senza la maggioranza in nessuno dei due rami del Congresso.

Per questa ragione, da oggi è a tutti gli effetti diventato quello che i media americani definiscono lame duck, un’anatra zoppa — una condizione che nella storia americana condivide solo con Dwight Eisenhower, Ronald Regan, Bill Clinton e George W. Bush. Qui di seguito il riepilogo di queste elezioni di metà mandato.

IL RIEPILOGO DELLA NOTTE:

– 6.00 – Ezra Klein di Vox, ha postato questo tweet del giornalista di finanza di Fivethirtyeight, Ben Casselman, commentando: “Le elezioni di metà mandato del 2014, in un tweet” 

– 5. 55 – Il repubblicano Bruce Rauner è stato eletto governatore dell’Illinois.

– 5. 45 – I Repubblicani hanno ottenuto la maggioranza al Senato e la mantengono alla Camera. Sono in maggioranza in entrambi rami del Congresso americano, come previsto dai sondaggi. 

 

– 5. 35 – Il repubblicano Thom Tillis è stato eletto senatore in Nord Carolina, strappando lo stato ai Democratici. Questa vittoria regala ai Repubblicani la maggioranza al Senato.

– 5.25 – Il repubblicano Rick Snyder è stato rieletto governatore del Michigan. Anche un altro repubblicano, Nathan Deal, è stato rieletto governatore in Georgia.

– 5.15 – Il repubblicano Pat Roberts è stato eletto senatore del Kansas.

– 5.10 – L’affluenza elettorale fra le donne in Colorado è stata una delle più basse da vent’anni a oggi, scrive 

– 5.02 – Il democratico Muriel Bowser è il nuovo sindaco di Washington D.C.

– 4.58 – Il democratico Jerry Brown è stato rieletto governatore della California. Anche un altro democratico, Mark Dayton, è stato rieletto governatore in Minnesota.

– 4.53 – Il democratico Brian Schatz è stato rieletto senatore alle Hawaii.

– 4.50 – Il repubblicano Jim Risch è stato rieletto senatore in Idaho.

– 4.45 – Il repubblicano David Perdue è stato eletto senatore della Goergia. Il senatore uscente era un repubblicano, Saby Chambliss, e quindi il risultato non altera l’attuale bilancio che vede i Repubblicani a due seggi dalla conquista della maggioranza al Senato.

– 4.30 – L’Empire State Building s’illumina ancora: i Repubblicani sono sempre più vicini a vincere queste elezioni di metà mandato:

– 4.28 – Il repubblicano Rick Scott è stato rieletto governatore della Florida.

– 4.25 – La democratica Gina Raimondo è stata eletta governatore di Rhode Island.

– 4.21 – La repubblicana Saira Blair, 18 anni, è stata eletta nel parlamento locale della West Virginia.

– 4.18 – George P. Bush, figlio di Jeb Bush e nipote di George H.W. Bush e di George W. Bush, si è aggiudicato la carica di “land commissioner”, una posizione poco conosciuta ma molto influente in Texas, che gestisce i territori pubblici statali, supervisiona le concessioni per il petrolio e il gas, e si occupa dei veterani.

– 4.15 – I Repubblicani hanno quindi conquistato gli stati di West Virginia, Arkansas, South Dakota, Montana e Colorado. Gliene mancano quindi due per ottenere la maggioranza anche al Senato.

– 4.10 – Il repubblicano Cory Gardner è stato eletto senatore del Colorado, strappando un altro seggio ai Democratici. Ora ai Repubblicani mancano tre stati per ottenere la maggioranza anche al Senato. La vittoria di Gardner in Colorado rappresenta la prima vittoria dei Repubblicani per il Senato dal 2002. Gardner è anche il primo a sconfiggere un senatore uscente in Colorado dal 1978.

– 4.08 – I Repubblicani hanno già conquistato gli stati di West Virginia, Arkansas, South Dakota e Montana. Gliene mancano ora solo 3 per ottenere la maggioranza anche al Senato.

– 4.05 – Il repubblicano Steve Daines è stato eletto senatore del Montana. Lo stato era dei Democratici.

– 4. 02 – In Louisiana si andrà al ballottaggio il prossimo 6 dicembre tra la democratica Mary Landrieu e il repubblicano Bill Cassidy. Questo costringe ora i Repubblicani a dover conquistare già questa notte sette e non più sei stati per ottenere la maggioranza al al Senato.

– 3.58 – Il punto sui seggi assegnati finora alla Camera: Repubblicani 147 – Democratici 89. Al Senato la situazione per il momento è questa: Repubblicani 43 -Democratici 41.

– 3.53 – Il senatore democratico Al Franken è stato rieletto in Minnesota.

– 3.42 – Il senatore repubblicano Mike Enzi è stato rieletto in Wyoming.

– 3.38 – La repubblicana Mary Fallin è stata rieletta governatore dell’Oklahoma.

– 3.36 – Il repubblicano Pete Ricketts è stato rieletto governatore del Nebraska.

– 3.32 – Errori di stampa sulle schede elettorali del Kansas, secondo una foto su Twitter. Il governatore (in inglese “governor“) è stato chiamato “govenor“.

– 3.30 – Con la conquista della West Virginia, dell’Arkansas e del South Dakota scende ulteriormente a 3 il numero dei seggi necessari ai Repubblicani per conquistare il controllo del Senato degli Stati Uniti, in base alle proiezioni della Cnn.

– 3.26 – La mappa dei tweet del voto negli Stati Uniti:

– 3.22 – Il repubblicano Ben Sasse è il nuovo senatore del Nebraska. I Repubblicani conservano il seggio.

– 3.14 – Il repubblicano Dennis Daugaard confermato governatore del South Dakota.

– 3.11 – Il democratico Andrew Cuomo confermato governatore dello stato di New York. Il repubblicano Greg Abbott è diventato il nuovo governatore del Texas.

– 3.08 – Gli elettori dell’Arkansas hanno approvato con un referendum l’aumento del salario minimo a 8,50 dollari all’ora (il salario minimo a livello federale è 7,25 dollari l’ora: in fondo al pezzo la scheda completa con tutti i dati sui referendum).

– 3.05 – Sono tre gli stati al Senato passati finora dai Democratici ai Repubblicani: West Virginia, Arkansas e South Dakota.

– 3.03 – Senato: Texas e South Dakota ai Repubblicani. Quest’ultimo stato era dei Democratici. Michigan si conferma democratico.

– 3.00 – La democratica Maggie Hassan è stata rieletta come governatore del New Hampshire.

– 2.58 – Il punto sui seggi assegnati finora alla Camera: Repubblicani 92 – Democratici 43. Al Senato la situazione è questa: Repubblicani 41 – Democratici 38.

– 2.56 – Il nuovo doodle di Google per le elezioni americane di metà mandato:

– 2.53 – New Hampsire: confermata senatrice la democratica Jeanne Shaheen.

– 2.51 – Ron Paul ha scritto questo tweet: “Il controllo dei Repubblicani al Senato equivale a nuove guerre di stampo neoconservatore in Siria e Iraq. Intervento via terra in arrivo!”

 – 2.50 – Delaware: il democratico Chris Coons rieletto senatore del Delaware nel seggio che fu dell’attuale vicepresidente Joe Biden.

– 2.45 – Illinois: confermato senatore il democratico Dick Durbin. 

– 2.38 – Senato: il repubblicano Tom Cotton è il nuovo senatore dell’Arkansas. Si tratta del secondo stato – dopo la West Virginia – a passare dai Democratici ai Repubblicani. Qui un profilo del The Atlantic su Cotton.

– 2.35 – Arkansas – Il repubblicano William Asa Hutchinson eletto governatore in Arkansas. Lo stato dell’Arkansas era governato dai Democratici.

– 2.31 – Secondo una proiezione della Nbc, i Repubblicani che già controllano la Camera con 233 seggi su 435, ne conquisteranno almeno altri 9 raggiungendo quota 242.

– 2.29 – Il democratico Jack Reed confermato senatore dello stato di Rhode Island, carica che ricopre dal 1997.

– 2.28 – Quasi 2/3 degli elettori che hanno potuto votare in anticipo nel distretto federale di Washington, D.C. hanno votato a favore della legalizzazione della marijuana (compreso questo cane qui sotto):

– 2.26 – Alabama, confermato senatore il repubblicano Jeff Sessions. I Democratici non gli avevano opposto alcun candidato.

– 2. 24 – New Jersey, eletto senatore il democratico Corey Booker, ex sindaco di Newark.

– 2.16 – Mentre lo spoglio e il voto in alcuni casi è ancora in corso, la Nbc dice che come previsto i Repubblicani confermeranno la maggioranza alla Camera. Ma gli occhi sono puntati sul Senato dove dopo aver strappato ai democratici la West Virginia (democratico per quasi trent’anni), ai Repubblicani mancano solo 5 seggi per conquistare anche il Senato.

– 2.13 – Pennsylvania, eletto governatore eletto il democratico Tom Wolf contro il repubblicano governatore uscente Tom Corbett.

– 2.10 – Per ora l’unico stato ad aver cambiato colore – ovvero: partito – è la West Virginia, passata dai Democratici ai Repubblicani. Il seggio era stato democratico per quasi trent’anni.

– 2.07 – Governatori: Alabama e Tennessee ai Repubblicani. Pennsylvania ai Democratici.

– 2.05 – Senato: MainE, Tennessee, Alabama, Mississippi e Oklahoma ai Repubblicani. New Jersey e Massachusetts ai Democratici. In tutti i casi vengono riconfermati i partiti uscenti. 

– 1.58 – Ohio, riconfermato il governatore repubblicano uscente, John Kasich.

– 1.55 – I 30enni rimangono vicini ai Democratici, secondo diversi exit poll.

– 1.52 – Una curiosità: il repubblicano Mitch McConnell, capogruppo del suo partito al Senato, e appena confermato in Kentucky, non ha mai perso un’elezione, neppure all’inizio della sua carriera come manager di contea, negli anni Settanta.

– 1.48 – A Los Angeles, il Luxe Sunset Boulevard Hotel, che ospita un seggio elettorale, cornetti e insalate di pollo alle persone in fila per il voto.

– 1.41 – Il punto sul Senato, per ora: il Kentucky, West Virginia e South Carolina ai Repubblicani. Ancora incerto il risultato in Virginia, North Carolina e Georgia (gli stati dove è iniziato lo scrutinio).

– 1.38 – La Cnn assegna la vittoria in West Virginia per il seggio senatoriale alla repubblicana Shelley Moore Capito. Si tratta del primo seggio conquistato dai repubblicani dei sei seggi di cui hanno bisogno per strappare ai democratici anche il controllo del Senato.

– 1.32 – Chiunque vinca tra la repubblicana Shelley Moore Capito e la democratica Natalie Tennant, sarà la prima senatrice donna della West Virginia.

– 1.28 – La repubblicana Nikky Haley è confermata governatore della South Carolina.

– 1.25 – L’Empire State Building si illuminerà di rosso o blu, a seconda di chi vincerà le elezioni americane di medio termine. Nell’attesa, il grattacielo più famoso del mondo, sfoggia i colori della bandiera americana: bianco, rosso e blu regalando un colpo d’occhio d’eccezione.

 – 1.21 – Ammettere il rischio di una pesante sconfitta non rientra nell’ortodossia delle dichiarazioni elettorali. Eppure il presidente americano Barack Obama ha ammesso che per i democratici, dal punto di vista degli stati in cui si vota, in prevalenza “rossi”, è lo scenario peggiore “dai tempi di Dwight Eisenhower”.

– 1.19 – La first lady Michelle è invece “scivolata” sul pollo fritto. Lei, la paladina del mangiar sano e della lotta all’obesita’”, ha esortato gli afro-americani a votare democratico e a ricompensarsi con ali di pollo. Le dichiarazioni, che hanno suscitato un polverone di polemiche per il collegamento degli afro-americani al pollo fritto, sono state rilasciate oggi dalla first lady durante la trasmissione radio “News One for Black America”.

– 1.12 – Il repubblicano Lindsay Graham confermato senatore della South Carolina.

– 1.10 – In Kentucky, nei sei seggi della Camera dei Rappresentanti si stanno riconfermando tutti i membri uscenti (5 repubblicani e 1 democratico).

– 1.09 – Elezioni del Senato in Kentucky: il repubblicano uscente Mitch McConnell, capogruppo al Senato dei Repubblicani, ha sconfitto la democratica Alison Lundergan Grimes.

– 00.59 – Si stima che l’affluenza di queste elezioni potrebbe persino scendere al di sotto del 40 per cento di votanti, inferiore anche al tasso registrato nel 2006 e 2010.

– 00.55 – Facebook ha realizzato una mappa aggiornata in tempo reale che mostra quanti utenti hanno votato.

– 00.46 – Farsi un selfie con la propria elettorale una volta effettuato il voto è illegale in almeno 2/3 degli stati americani.

– 00.36 – La persona che ha stanziato più soldi per queste elezioni è il miliardario ambientalista Tom Steyer, che ha donato almeno 50 milioni di dollari ai Democratici. Le elezioni di metà mandato costano al governo Usa circa 4 milardi di dollari, 10 volte di più rispetto alla cifra stanziata dagli Stati Uniti per combattere l’Ebola in Africa occidentale.

– 00.28 – Vox ha raccolto 5 ragioni per cui potremmo non sapere prima di alcune settimane chi avrà la maggioranza al Senato. Tra queste, la lentezza degli scrutini e un possibile ballottaggio (Louisiana e Georgia).

– 00.23 – Il Tumblr di Npr, un’emittente radiofonica pubblica statunitense, ha realizzato una guida per pronunciare in modo corretto i nomi di alcuni candidati per queste elezioni.

– 00.20 – Qui sotto il riepilogo su tutto quello che c’è da sapere su queste elezioni di metà mandato.

– Per cosa si è votato:

Il Congresso americano – ovvero il parlamento – è diviso in due rami: la Camera dei Rappresentanti e il Senato. Il 4 novembre si vota per rieleggere l’intera Camera dei Rappresentanti, ovvero 435 membri, il cui mandato dura due anni.

Insieme a loro sono stati eletti 36 dei 100 senatori che compongono il Senato, i cui mandati durano 6 anni (ogni due anni se ne rinnova un terzo). Vengono eletti anche 36 governatori.

Negli Stati Uniti, inoltre, ci sono 50 parlamenti locali, uno per ogni stato federale. In questa tornata elettorale, si è votato anche per rinnovare 46 di questi parlamenti.

– Il Congresso americano, alla vigilia del voto:

Prima di queste elezioni di metà mandato, la Camera dei Rappresentanti era già controllata dai Repubblicani (233 su 435). Il Senato invece era ancora controllato dai Democratici (con 53 senatori su 100), i quali potevano contare anche su altri due senatori, gli indipendenti Angus King del Maine e Bernie Sanders del Vermont, che hanno spesso votato democratico.

– I sondaggi prima del voto, che sono poi stati confermati:

— Camera: secondo il Washington Post, i Repubblicani avevano il 99 per cento delle possibilità di conservare la maggioranza alla Camera.

— Senato: la battaglia per la maggioranza si è giocata su sette stati: Iowa, Colorado, Alaska, Georgia, North Carolina, New Hampshire e Kansas.

— I Repubblicani erano favoriti in Iowa, Colorado e Georgia. Avendo vinto in questi stati – inclusi quelli del Montana, South Dakota, Arkansas e West Virginia – sono riusciti a raggiungere la maggioranza al Senato.

— I Democratici erano favoriti in North Carolina (dove poi hanno perso) e New Hampshire. In Kansas i Democratici non hanno corso e la sfida è stata tra un repubblicano e un indipendente.

N.B.  — Oltre ai 33 senatori che si rinnovano di norma, ne sono stati eletti altri 3 attraverso special elections, ovvero delle elezioni suppletive per rimpiazzare senatori che hanno dovuto interrompere il mandato prima del termine. Tra questi quelli delle: – Hawaii, il cui senatore era morto nel 2012; – Oklahoma, il cui senatore ha deciso di porre fine al suo mandato in anticipo; – South Carolina, il cui senatore si era dimesso nel 2013.

La South Carolina e l’Oklahoma sono gli unici due stati federali in cui sono stati eletti entrambi i senatori. Negli Stati Uniti ci sono due senatori per ciascuno stato, ovvero 100 senatori per 50 stati federali.

Nella Camera dei Rappresentanti, oltre ai 435 membri, sono stati rinnovati anche 5 delegati privi di diritto di voto: quelli delle Samoa americane, di Guam, delle isole Marianne Settentrionali, delle isole Vergini americane e del distretto federale di Washington, D.C. — territori degli Usa, ma non stati federali, e che per questo eleggono rappresentanti che non hanno diritto di voto. Porto Rico, che ha lo stesso status di questi 5 territori Usa, non ha eletto il 4 novembre il suo rappresentante, dal momento che il suo mandato dura quattro anni anziché due.

– L’anatra zoppa:

— Il presidente degli Stati Uniti non è direttamente chiamato in causa nelle elezioni di metà mandato come candidato, ma le midterm elections possono avere seri effetti sul suo mandato, e sono viste come un importante voto intermedio sul lavoro dell’amministrazione e sulla sua popolarità.

— Dal momento che in queste elezioni di metà mandato del 2014 i Repubblicani hanno confermato la loro maggioranza alla Camera e l’hanno anche conquistata al Senato, Obama è diventato quello che negli Stati Uniti è definito un’anatra zoppa (lame duck). Ovvero: un presidente che non è in grado di far approvare i suoi provvedimenti al Congresso.

— Storicamente, tra il 1938 e il 2010, il partito del presidente in carica ha sempre perso dei seggi in queste elezioni. Uniche eccezioni sono state quelle del 2002 con George W. Bush e del 1998 con Clinton, il quale tuttavia non ottenne ugualmente la maggioranza in nessuno dei due rami del Congresso. 

Le elezioni di metà mandato, spiegate con un video in 8 bit (Vox)


TEMI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE, PRIMA DELLE ELEZIONI DI METÀ MANDATO:

– Popolarità del presidente: il tasso di approvazione dell’operato di Obama è intorno al 41,9 per cento, secondo una media dei sondaggi di diversi istituti calcolata dal sito RealClearPolitics. Con lo stesso modo, è stato calcolato che il tasso di approvazione del lavoro del Congresso è solamente al 12,7 per cento. Questo nonostante la disoccupazione nel Paese sia arrivata al minimo da luglio 2008 (vedi sotto).

Disoccupazione: è al 5,9 per cento, secondo Trading Economics, il minimo dal luglio del 2008, prima del fallimento di Lehman Brothers, della crisi economica e dell’elezione di Obama.

Donne: il presidente ha puntato molto sull’elettorato femminile. A quattro giorni dalle elezioni di metà mandato del 4 novembre e in prospettiva di una sconfitta significativa per i Democratici, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva parlato al Rhode Island college, spostando l’attenzione sull’economia e indirizzandosi in particolare alle donne.

Obama aveva chiesto che venissero attuate politiche in grado di raggiungere l’uguaglianza di genere e aveva anche accennato alla differenza salariale tra uomini e donne, puntando il dito contro i Repubblicani, colpevoli di bloccare ogni tipo di progresso in questa direzione. Guarda il video.

– Salario minimo: è stato uno dei temi forti dei Democratici. Attualmente il salario minimo negli Usa è pari a 7,25 dollari l’ora. Ci sono 5 stati americani che, in concomitanza con queste elezioni di medio termine, hanno votato per provare ad aumentarlo (vedi sotto la scheda completa sui referendum).

Iraq: questa era una spina nel fianco per i Democratici. Uno fra i provvedimenti più popolari della presidenza Obama è stato il ritiro delle truppe statunitensi dall’Iraq. Oggi però si è trasformato in un boomerang, vista la situazione che si è venuta a creare nel Paese in seguito alla significativa minaccia del’Isis (leggi cos’è, senza giri di parole). Oggi diversi veterani americani si stanno organizzando per tornare a combattere in Iraq, perché pensano di non aver terminato quella che era la loro missione nel Paese (leggi la storia).

Cambiamento demografico: la popolazione di origine latinoamericana negli Stati Uniti ha raggiunto per la prima volta quest’anno l’11 per cento a livello nazionale, il che significa 4 milioni di elettori in più rispetto al 2010. Se da un lato questa potrebbe essere una buona notizia per i Democratici, un recente sondaggio del Pew Research Center mostra invece un segnale negativo per Obama. Motivo: la mancata riforma dell’immigrazione, ferma da mesi al Congresso.

Ciononostante, la maggioranza dei latinoamericani sostiene ancora i candidati democratici e il 57 per cento ha detto che avrebbe votato per loro, ma il 28 per cento si schiererebbe con i Repubblicani. Nelle elezioni del 2010, i latinoamericani a favore dei Democratici erano il 65 per cento e quelli che sostenevano i Repubblicani erano il 22 per cento.

REFERENDUM: Oltre a rinnovare la Camera dei Rappresentanti, un terzo del Senato, 36 governatori e 46 parlamenti locali dei 50 stati federali Usa, 42 di questi hanno votato anche per 146 referendum diversi.

– Marijuana: due stati – Alaska e Oregon – sono stati chiamati a decidere sulla legalizzazione della marijuana per scopi ricreativi. La Florida invece per l’uso terapeutico. Nel distretto federale di Washington D.C. si è votato per decidere se legalizzare il possesso e la coltivazione di determinate quantità di marijuana.

– Aborto: il Colorado, il North Dakota e il Tennessee hanno votato per decidere se porre restrizioni al diritto all’aborto. In Colorado il quesito chiedeva di fare in modo che i feti abbiano gli stessi diritti delle persone. In North Dakota si chiedeva se definire l’inizio della vita con il concepimento. In Tennessee si è chiesto se modificare la costituzione per negare i diritti “che proteggano, garantiscano o finanzino” l’aborto.

– Salario minimo: Alaska, Arkansas, Nebraska e South Dakota hanno votato per aumentare il salario minimo. In caso di verdetto favorevole, sarebbero 26 gli stati (oltre al distretto di Washington, D.C.) ad avere un salario minimo più alto di quello federale, pari a 7,25 dollari l’ora.

In Alaska si chiedeva di far passare il salario minimo da 7,75 dollari all’ora a 9,75 dollari all’ora. In Arkansas da 6,25 dollari all’ora a 8,50.

In Illinois, dove il salario minimo è pari a 8,25 dollari l’ora (quindi già superiore rispetto a quello federale), si è chiesto se farlo salire a 10 dollari l’ora.

In Nebraska il salario minimo è già pari a quello federale, ma si chiedeva se farlo aumentare, progressivamente, a 8 dollari l’ora nel 2015 e 9 dollari nel 2016. Anche in South Dakota il salario minimo è già pari a quello federale, ma si chiedeva di farlo aumentare fino a 8,5 dollari l’ora.

– Armi: nello stato di Washington, due quesiti contrapposti, in diretto conflitto fra loro, prevedevano l’uno di: – abolire i controlli su chi ha acquistato armi; l’altro di – estendere universalmente questi controlli. L’Alabama ha votato riguardo la possibilità di inserire nella propria costituzione il diritto a portare un’arma da fuoco.

– Ogm (organismi geneticamente modificati): il Colorado e l’Oregon hanno votato riguardo l’obbligo di etichettare i prodotti che contengono questo tipo di organismi.

– Caccia: Alabama e Mississippi hanno votato riguardo la possibilità di inserire nella propria costituzione il diritto alla caccia. In Maine si è chiesto se proibire la caccia all’orso con i cani. In Michigan si è chiesto se abrogare la legge che permette la caccia al lupo.

Trasporti: il Texas ha votato riguardo la possibilità di destinare parte delle tasse su petrolio e gas ai trasporti pubblici. Maryland e Wisconsin hanno chiesto se modificare la loro costituzione per congelare i fondi sui trasporti per il governo locale. Anche il Massachusetts ha votato su una tassa legata ai trasporti.

– Casinò  e scommesse: il Massachusetts ha chiesto se confermare la costruzione di tre nuovi casinò; la California se costruirne o meno uno nuovo. Colorado, Rhode Island e South Dakota hanno chiesto la possibilità legalizzare altri giochi d’azzardo. Kansas, South Carolina e Tennessee hanno votato riguardo la possibilità di legalizzare le lotterie a scopo benefico col fine di raccogliere fondi.

Riforma del sistema elettorale: il Montana ha votato circa la possibilità di registrarsi al voto lo stesso giorno. Negli Stati Uniti, per votare, è necessario registrarsi nelle liste elettorali, diversamente dall’Italia dove i cittadini fanno automaticamente parte dei registri elettorali. Il Missouri e il Connecticut hanno votato riguardo la possibilità di andare alle urne anticipatamente rispetto al giorno stabilito per le elezioni.

Alcol: l’Arkansas ha votato riguardo la legalizzazione della vendita di alcol in tutto lo stato.

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