Il bizzarro modo in cui un professore indiano vuole combattere la pornografia
Cosa succede quando si prova ad entrare su un sito porno con questa applicazione installata? Ecco l'idea di un neurologo indiano
Un docente universitario indiano di neurologia, Vijay Nath Mishra, ha deciso di intraprendere una lotta alla pornografia attraverso una particolare applicazione che propone canzoni religiose e discorsi d’ispirazione quando si tenta di accedere a un sito porno.
L’applicazione si chiama Har Har Mahadev , dal nome di un canto popolare in onore della divinità Hindu Shiva, e funziona come un qualsiasi “blocco” di alcuni siti web. Non si limita però a oscurare i siti considerati pornografici, ma fa apparire sullo schermo immagini religiose con diversi audio correlati.
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Queste immagini possono essere rappresentazioni di Shiva o di moschee, accompagnati da canti per Shiva o dalla chiamata islamica alla preghiera eseguita dal muezzin. Da dicembre ci sarà anche l’opzione per scegliere discorsi motivazionali di Gandhi, Nelson Mandela, Rabindranath Tagore, e Martin Luther King.
Al momento la versione beta dell’applicazione è disponibile per laptop e computer, ed è stata scaricata più di seimila volte in oltre quarantadue paesi. In un mese Mishra conta di lanciarla sugli smartphone iOS e Android.
I siti web a contenuto pornografico che vengono bloccati sono 3.800, ma è possibile utilizzarla anche per social network e piattaforme di gioco.
L’intenzione del fondatore è quella di prevenire la cattiva influenza che guardare filmati porno può avere sugli adolescenti. Secondo i suoi dati, non pubblicati ma che lui cita, il 74 per cento di chi commette crimini sessuali ha imparato l’aggressione sessuale dalla pornografia. E spesso si tratta di ragazzini che non conoscono altro e che non hanno piena cognizione di quello che fanno, afferma.
L’India soffre di un grave problema di stupri, che solo nel 2016 hanno raggiunto i 35mila casi riportati, e spesso nel dibattito è emerso anche come possibile causa, mai confermato, il grandissimo consumo di materiale pornografico, di cui l’India è uno dei primi consumatori.
“Non si tratta semplicemente di cambiare mentalità” afferma Misha “ma proprio di provare vergogna”.