L'”architetto” di Putin è in Russia: “Latitante per la giustizia italiana”. La replica: “Anche volendo non posso tornare”
L’architetto di Putin è in Russia: “Latitante per la giustizia italiana”. A febbraio il processo a suo carico. Lui fa sapere: “Non posso tornare”
Lanfranco Cirillo, l’imprenditore soprannominato l'”architetto di Putin” è latitante per la giustizia italiana ormai da mesi. Il 5 gennaio 2023, Cirillo ha spiegato all’Ansa che: “La Russia è la mia casa. Qui ho il mio lavoro, i miei interessi e le mie principali relazioni. Al momento non ho motivo, e neppure desiderio, di rientrare in Italia, visto il trattamento che mi è stato riservato”.
Sulla testa dell’imprenditore pende infatti un mandato d’arresto in carcere, firmato dalla procura di Brescia nell’ambito di un’inchiesta per reati fiscali. Intanto tramite il suo avvocato, Cirillo fa sapere: “In relazione a quanto diffuso dagli organi di stampa, mi corre l’obbligo di esprimere in maniera più chiara il mio pensiero, rettificando quanto uscito: il mio desiderio è potermi difendere personalmente da questa contestazione, partecipando al processo come è mio diritto costituzionalmente garantito. Non quindi che io non voglia tornare in Italia: in realtà essendo anche cittadino russo, in presenza di mandato Interpol e in mancanza di richiesta di estradizione da parte dell’autorità giudiziaria italiana, non posso tornare in Italia”.
“Come cittadino russo devo infatti rispettare anche le leggi e le decisioni della Federazione Russa”. “Tramite il mio avvocato, chiederò l’annullamento del decreto di latitanza perché non mi sono mai sottratto al procedimento e la magistratura Italiana era informata del luogo della mia residenza in Russia e non mi ha mai notificato alcun provvedimento. La domanda che mi pongo è: se fossi stato l’Architetto di Biden e non di Putin avrei avuto questo trattamento?”, aggiunge Cirillo.
L’avvocato Lojacono fa inoltre sapere: “Vale inoltre la pena precisare che l’Architetto non è accusato di riciclaggio, né di trasferimento di soldi. L’accusa che sorregge tutto il procedimento è quella di aver simulato la propria residenza in Russia per non pagare imposte in Italia”.
È fissato per il 23 febbraio 2023 l’inizio del processo nei suoi confronti davanti al tribunale di Brescia.