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La star del calcio senzatetto

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Una ragazza ha vissuto per anni senza una casa coltivando la passione per il calcio, che negli anni l'ha salvata dalla strada

Fara Williams aveva 17 anni quando dormì in strada per la prima volta.

Trascorse quella notte camminando avanti e indietro, per paura che qualcuno potesse aggredirla. Ogni tanto chiudeva gli occhi sdraiata su una panchina, ma solo per pochi minuti. Poi riprendeva a camminare.

Fara continuò a dormire in rifugi d’emergenza o in centri d’accoglienza per oltre sei anni, ma trovò nel calcio la sua ancora di salvezza. Il campo in cui si allenava era la sua vera casa, l’unico posto in cui dimenticare gli orrori della vita di strada.

Nello stesso anno in cui scappò di casa fu convocata per la sua prima partita internazionale.

“Grazie al calcio non ho mai perso le speranze”, racconta Fara in un’intervista al Guardian. “Cercavo di concentrarmi solo sul gioco e sapevo di essere brava. È qualcosa di incredibile in quei momenti in cui pensi di non aver nient’altro che conti nella tua vita”.

Oggi Fara ha trent’anni, è la giocatrice più quotata del calcio femminile inglese e la sua prima notte da senzatetto è un ricordo lontano.

Ieri, domenica 23 novembre, è scesa in campo contro la Germania. È stata la sua 136esima partita internazionale e si tratta di un match storico: per la prima volta, la squadra femminile inglese ha giocato nel nuovo stadio di Wembley, tradizionalmente riservato agli uomini. Per la cronaca, l’amichevole è terminata 0-3 in favore degli ospiti. 

Fara ha iniziato a giocare a calcio quando aveva sette anni. Cinque anni più tardi, entrò nelle giovanili del Chelsea. Già dalla sua prima stagione, vinse il titolo di miglior giovane giocatrice dell’anno del Regno Unito e fu convocata per la nazionale inglese.

I problemi familiari, però, hanno oscurato i suoi primi successi. Stanca dei continui litigi con la zia e con il patrigno con cui conviveva, a 17 anni decise di scappare di casa.

“Non mi ero resa conto di quanto fosse seria la decisione che stavo prendendo”, racconta Fara. “Fu un duro colpo. Ma non avevo il coraggio di dirlo a nessuno e non volevo tornare indietro. Sarebbe stato un segno di debolezza”.

Per sei anni, Fara ha vissuto una doppia vita: durante il giorno si allenava con le più prestigiose squadre inglesi, la notte dormiva in rifugi di fortuna. Nessuna compagna di squadra sapeva che Fara non aveva una casa dove tornare dopo gli allenamenti o le partite.

“Non volevo che nessuno lo sapesse”, racconta Fara alla Bbc, durante la prima intervista in cui confessa di aver vissuto da senzatetto agli inizi della sua carriera. “Le persone sono sempre pronte a giudicare negativamente gli altri e hanno certi stereotipi su chi vive per strada. Sapevo mi avrebbero criticato, quindi mi sono fatta forza e ho cercato di vivere come una persona normale”.

Come sottolinea Fara, molte persone senza fissa dimora non hanno problemi di alcolismo o dipendenza da droga. Secondo le ricerche dell’associazione britannica Homeless Link, sono le crisi familiari la causa principale del fenomeno.

Circa il 52 per cento delle persone che chiedono aiuto nei centri di accoglienza ha meno di 25 anni e nella metà dei casi sono andati via di casa a causa di problemi con i genitori.

Secondo l’organizzazione Centrepoint, nel Regno Unito circa un ragazzo su cinque ha dormito all’aperto o in luoghi insicuri nel 2013. I giovani che crescono in situazioni svantaggiate, con un scarso livello di istruzione e in condizioni di povertà sono particolarmente a rischio.

“Molti sono spaventati dai senzatetto. Ma sono solo persone normali con dei problemi, e tutti abbiamo dei problemi”, dice Fara. “La cosa peggiore del dormire per strada è che tutti ti giudicano senza sapere la tua storia. Ma può succedere a tutti di perdere il lavoro o la famiglia”.

Nel 2004 Fara iniziò a giocare con l’Everton, una squadra di Liverpool, e la sua vita prese un’altra direzione. Il suo allenatore presto si accorse delle difficoltà della ragazza e le offrì un lavoro come allenatrice. Fara iniziò così ad avere una vita più stabile e a collezionare nuovi record sportivi.

Nel 2012 Fara giocò la sua centesima partita internazionale e, nell’agosto del 2014, in una partita contro la Svezia, segnò un record storico diventando la giocatrice britannica con il maggior numero di ingressi in campo. Ha giocato più partite a livello internazionale di calciatori del calibro di Peter Shilton, David Beckham o Steven Gerrard.

Oggi Fara continua a lavorare come allenatrice e segue un gruppo di allieve speciali: le ragazze senzatetto che partecipano al programma della Homeless Football Association, un’associazione che aiuta giovani ragazzi e ragazze a uscire dal ciclo di povertà ed esclusione sociale attraverso lo sport.

L’organizzazione si occupa anche di selezionare i giocatori per la Homeless World Cup, una coppa del mondo in cui giocano giovani senzatetto provenienti da 70 Paesi diversi.

Secondo le ricerche condotte dall’Homeless Football Association, il calcio aiuta i senzatetto ad avere più stima in sé stessi; metà delle persone che facevano uso di sostanze stupefacenti riesce a disintossicarsi; e il 58 per cento trova una migliore situazione abitativa.

Un recente studio dell’Università di Copenaghen ha inoltre dimostrato che il calcio ha un impatto significativo sulla salute fisica e psicologica dei senzatetto.

“Alleno queste ragazze perché voglio condividere con loro la mia storia e dimostrare che esiste una via d’uscita”, dice Fara. “Quando non hai una casa tendi ad autocompatirti e pensi che non ci sia nessuno che possa aiutarti. Io sono stata fortunata perché avevo il calcio che mi motivava ad andare avanti. Molte ragazze senzatetto non hanno alcuna motivazione, ma lo sport può aiutarle a trovarla.”

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