La ragazza licenziata dopo essere stata molestata sessualmente perché non indossava il reggiseno
Le donne sono sempre più giudicate dal loro aspetto fisico, dal loro abbigliamento, dal loro comportamento esteriore, al contrario degli uomini. Non è certo una novità, ma si ha oggi l’impressione, più forte che in passato, che questa tendenza sia particolamente accentuata.
Forse per la maggiore libertà nel raccontarle o per l’effettivo aumento degli episodi del genere, ma è netta la sensazione che si siano moltiplicate le storie come quella di Kate Hannah, ventidue anni, discriminata per il suo abbigliamento. La vicenda è molto simile ad altre: una ragazza non ha indossato il reggiseno ed è andata incontro a molestie, senso di vergogna e infine il licenziamento.
Ecco il racconto in prima persona di Kate, poco dopo essere stata licenziata:
Sono appena tornata a casa dopo essere stata licenziata dal mio lavoro, per aver rifiutato di indossare un reggiseno. Ieri mi è stato fatto un commento inappropriato a sfondo sessuale dai miei manager. Mi sentivo a disagio e scioccata da quanto era accaduto. Purtroppo hanno ritenuto opportuno affrontare la situazione dicendomi che non mi era permesso lavorare in futuro se non indossando il reggiseno. Questo mi è stato detto di fronte a tre altri membri del personale e a dei clienti. Ho provato vergogna ed ero completamente scioccata che la colpa fosse stata data a me, che ero stata sessualmente molestata sul lavoro. Mi ha chiamata stupida, sciocca e fuori luogo quando ho detto di essere sconvolta. Sono assolutamente disgustata, per la scarsa professionalità e la mancanza di rispetto per il mio diritto come donna a indossare ciò che ritengo più confortevole.