La Las Vegas dell’est
35 casinò per un business da 18 miliardi di euro. E non siamo a Las Vegas
Las Vegas è sempre Las Vegas, ma per gli amanti del gioco questa meta appartiene al passato, e il futuro si chiama Macao. Stando ai dati, il gigante del gioco cinese ha già superato la città del Nevada e sembra non volersi fermare.
Macao conta oggi 35 casinò per più di 81 mila addetti ai lavori. La sua fortuna è anche e soprattutto dovuta al fatto che in Cina e nella vicina Hong Kong il gioco è vietato per legge e questo ha portato una media di turisti cinesi di 20 milioni l’anno, i due terzi del totale che accorre a Macao. Secondo gli studi di settore ci sono tre tipi di giocatori che giungono indistintamente: i mass market, gli ordinari o casual e i cosiddetti vip. I primi sono la maggior parte: giocherebbero ovunque, indipendentemente dal luogo, perchè sono quasi dipendenti dal tavolo da gioco. I secondi sono principianti, visitatori alla loro “prima volta”, disposti anche a giocare cifre importanti perché vedono l’esperienza come unica nella loro vita. Gli ultimi sono i giocatori “vip” o di nicchia, che dispongono di grosse somme di denaro e che vengono incentivati dai casinò stessi a giocare sui loro tavoli attraverso concessioni, jet privati, limousine, suite dei migliori hotel o addirittura credito liquido.
Yiyou controlla l’entrata nei tavoli da gioco del Conrad Hotel di Macao, e parla di “uno scenario incredibile in cui ad ogni ora del giorno e della notte si assiste ad uno vero e proprio spettacolo”.
Nonostante i dati parlino di un business piuttosto consolidato sembra che Macao sia solo agli inizi. La città è disseminata di gru e le imprese di costruzioni fanno a gara per ottenere un progetto. Anche gli studi cinematografici stanno organizzando il loro trasferimento da Hong Kong a Macao. Secondo le stime, gli imprenditori, che tengono particolarmente ai giocatori fedeli all’isola e ad un loro incremento, stanno investendo 25 miliardi di dollari (più di 18 miliardi di euro) per costruire nuovi alberghi, nuovi casino e autostrade, ma soprattutto un ponte che la collegherà ad Hong Kong a partire dal 2017. Il sistema di ferry che al momento collega le due città con un ritmo di uno a ogni ora per 24 ore al giorno non sembra sufficiente se si tiene presente che il maggior business arriva proprio da Hong Kong e dalla vicina Shenzhen.
“I ritmi di costruzione stanno viaggiando a sei volte di più di quanto successe a Las Vegas tra il 2005 ed il 2006. Si legge molto sul rallentamento dell’economia cinese ma posso dire che non ha avuto alcun impatto nel nostro giro di affari a Macao” dichiara Jason Ader, membro della Sands corporation, una delle maggiori società di casinò. La città è in continua espansione e lo stesso Ader aggiunge che l’occupazione è in costante crescita. A Macao ci sono circa 20 mila posti vacanti, da lavapiatti nei ristoranti a manager nei grandi alberghi.
Ma il governo di Macao ha posto dei limiti per organizzare il giro di affari e cercare di trarne allo stesso tempo il massimo beneficio. La quantità dei tavoli da gioco è limitata, e non è semplice ottenere un visto lavorativo. I lavoratori appartengono principalmente a due categorie: quelli nativi di Macao, di origine cinese e portoghese, che stanno quasi scomparendo (se ne contano meno di 500 mila), e quelli stranieri, in maggioranza cinesi, cui il governo ha permesso di stabilirsi nell’isola con un contratto di lavoro a tempo indeterminato e uno stipendio ragionevole.
Secondo i dati dell’Ufficio di Ispezione e Coordinamento Giochi di Macao, il guadagno nel solo mese di giugno 2013 è stato pari a 29,5 miliardi di Macao Patacas (2,6 miliardi di euro). Una somma notevole considerando il fatto che giugno è un mese di bassa affluenza di turisti . Le somme registrate parlano di un guadagno di circa 6 volte quello di Las Vegas. Lo scorso agosto sono stati incassati 30,7 miliardi di Macao Patacas (2,87 miliardi di euro), il dato più alto mai registrato.
Ma in questa vertiginosa crescita economica non mancano aspetti controversi.
Macao va fiera di un business spesso legato ad attività illecite, e che può avere conseguenze disastrose per chi è coinvolto: il gioco d’azzardo cresce grazie anche a un elevato grado di dipendenza dei giocatori e grazie a un sistema più volte accusato di riciclare denaro sporco.
All’inizio del 2013, alcuni poliziotti dello stato americano del Nevada (è un caso che sia lo stesso in cui si trova Las Vegas?) hanno condotto un’indagine che accusava i casinò di Macao di riciclare denaro proveniente da affari illeciti. A luglio, a seguito di queste rivelazioni, il governo di Macao aveva addirittura pensato di costringere ogni turista che entrava nel Paese a dichiarare la quantità di denaro che portava con sé. A essere sotto accusa sono soprattutto le cosiddette “Vip rooms” – aree dei casinò riservate a scommettitori plurimilionari– che stanno diventando territorio di conquista per i grandi gruppi criminali cinesi, le triadi. I gestori delle Vip rooms, infatti, offrirebbero il “lavaggio”di grandi somme oltre che la possibilità di trasferire denaro in maniera clandestina.
Nei prossimi anni, Macao dovrà trovare un equilibrio tra il mondo sfavillante e fruttuoso dei casinò e i rischi che si annidano dietro di esso. In altre parole, dovrà fare i conti con il suo lato oscuro.