La Francia che spia
Le Monde parla di un programma di monitoraggio dati dei servizi segreti francesi, del tutto simile a quello americano
Ieri Le Monde ha rivelato che la Francia avrebbe messo in atto da anni lo stesso sistema di spionaggio praticato dagli Stati Uniti sui propri cittadini.
Il giornale francese racconta che un’agenzia di servizi segreti (il Dgse) ha raccolto sistematicamente i dati da computer e telefoni in Francia, così come i flussi di dati verso l’estero. Tutte le e-mail, i messaggi di testo, le registrazioni telefoniche e i dati di accesso a Facebook e Twitter, vengono così conservati per anni, sotto forma di metadati.
I dati raccolti disegnano un diario delle attività di ciascun cittadino, sia riguardo alle comunicazione telefoniche che ai dati del suo computer. Il dispositivo è ovviamente prezioso nella lotta contro il terrorismo, ma permette di spiare chiunque, in qualsiasi momento. La consultazione dei dati infatti non si è limitata a solo il terrorismo o alla Difesa.
Secondo il giornale questo Grande Fratello francese, simile a quello dei servizi segreti degli Stati Uniti, è del tutto illegale. Tuttavia, la sua esistenza appare discretamente in alcuni documenti parlamentari. “Ogni requisizione di dati o intercettazione è mirata e non può essere fatta su larga scala, sia quantitativamente che temporalmente” ha detto uno dei capi dei servizi segreti in difesa del programma.
La legge prevede norme rigorose sulla sicurezza per le intercettazioni, che devono essere autorizzate dal primo ministro su parere della di una commissione consultiva, ma non permette l’archiviazione della massa di dati da parte dei servizi segreti. C’è comunque da notare che Le Monde nel suo articolo non cita nessuna fonte, e non spiega in che modo i servizi segreti ottengano i dati.
Per quanto riguarda lo scandalo che ha colpito gli Stati Uniti invece due giorni fa si è scoperto che molte grandi aziende tecnologiche americane cooperano consapevolmente da anni con le agenzie di intelligence di Washington, più di quanto riconosciuto fino ad adesso. Secondo Reuters le aziende in causa, tra cui Microsoft, avrebbero rivelato volontariamente al governo degli Stati Uniti i segreti sulla vulnerabilità dei software venduti ai governi stranieri, consentendo all’ intelligence statunitense di sorvegliarli.
Questo tipo di attività in molti casi rappresentano il vero e proprio business per molte aziende della Silicon Valley. Molti giganti tecnologici dell’industria statunitense sono nati proprio lavorando su progetti per l’esercito e l’intelligence.
Secondo Bloomberg la McAfee, una società controllata da Intel, collabora regolarmente sia con la Nsa che con l’Fbi e la Cia. L’azienda fornisce alle agenzie governative di intelligence le informazioni acquisite con il monitoraggio del traffico internet globale, che include il cyber spionaggio su “potenze straniere”.
Per mantenere nascosta questa attività di spionaggio da parte delle aziende il governo di solito agisce attraverso un grosso numero di imprese terze, dai nome sconosciuti ma direttamente legate alle grandi aziende hi-tech,che offrono servizi in grado di sabotare “quasi tutti i software”.