Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La fine del World Wide Web

Immagine di copertina

Il futuro di internet sarà in reti regionali?

Internet è, per definizione, universale. Il web supera i confini nazionali e crea una comunità mondiale di persone, informazioni e dati collegata da un protocollo comune e poche regole. Tre miliardi di persone al mondo sono sulla rete, e ogni giorno altre se ne aggiungono tramite personal computer o smartphone. I governi stanno cercando, fino a ora senza successo, di regolamentare questo sistema. I loro tentativi di creare un controllo universale sono falliti per le diverse priorità che ogni Paese ha nei confronti di diritto d’autore, censura, commercio, etc.

La conseguenza di queste divisioni potrebbe essere la frattura di internet da rete globale unica a una federazione di reti indipendenti fra di loro, ognuna con proprie regole e protocolli. Fantascienza? Se a sostenere questa tesi è Gordon M. Goldstein, membro della delegazione degli Stati Uniti alle conferenze che si occupano di definire le regole di internet, forse bisogna iniziare davvero a preoccuparsi. In un articolo su The Atlantic ha argomentato questa sua tesi sulla “balcanizzazione” del web.

La premessa da cui si deve partire è che internet, a differenza delle altre forme di comunicazione del passato, non è nata come un coacervo di sistemi locali che poi sono stati standardizzati a livello internazionale. I diversi sistemi postali nel mondo furono armonizzati nel 1874 con il trattato di Berna e la creazione dell’Unione Postale Universale. Nel 1865 nacque l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (Itu) con lo scopo di regolare i diversi sistemi prima di telegrafi e poi di telefoni.

Internet, a differenza di telegrafi e poste, è nata come un sistema globale integrato (il world wide web appunto). Nel dicembre 2012 a Dubai si provò a porre la governance di internet sotto il controllo dell’Itu, che fa riferimento alle Nazioni Unite. I Paesi della UE e gli Stati Uniti si rifiutarono di firmare l’accordo. Dopo le vicende di Snowden, però, gli stessi Paesi occidentali hanno cambiato attitudine, e questo autunno l’Itu proverà nuovamente a definire il suo mandato come regolatore di internet.

Il controllo di un ente come l’Itu, che ha avuto successo con telefoni e telegrafi, difficilmente porterà i medesimi benefici agli utenti, a causa della maggiore complessità di internet come sistema di comunicazione. Se l’Itu diventasse il controllore ufficiale del web i diversi Paesi membri comincerebbero una lotta per guadagnare posizioni e ritorni economici. Goldstein cita due esempi di battaglie legali che potrebbero sorgere: l’imposizione di “dazi” per il passaggio di dati attraverso le reti di altri Paesi e la fine del controllo americano sul copyright dei domini.

L’effetto della regolamentazione universale dell’Itu porterebbe invece che maggiore standardizzazione maggiore divisione: Paesi con visioni affini sarebbero portati a creare delle internet regionali con propri protocolli e proprie regole “tagliate” su misura per le proprie esigenze. Avremmo probabilmente un’internet americana e europea, un internet russa e un internet cinese. Dovranno sorgere poi sistemi per permettere alle diverse internet di dialogare, con protocolli di “traduzione”. Impossibile? Angela Merkel ha lanciato l’idea di costruire una rete cloud europea chiusa all’esterno, primo step per creare una internet della UE.

Chi ne pagherà le conseguenze più di tutti, oltre che gli utenti di Paesi dove già oggi internet è censurata, saranno i grandi colossi del web mondiale (Google, Amazon, Facebook, etc) i quali si ritroveranno limitati a singole regioni e non più a tutto il globo. Eric Schmidt, presidente di Google, ha coniato il termine “splinternet” (da split/internet, “internet divisa”) per definire questo processo di “balcanizzazione” del web e grande minaccia per il futuro della sua azienda.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Ecco come gli Usa
possono hackerare
il tuo telefono grazie a un accordo
con un’azienda israeliana
Esteri / Guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah, le ultime notizie. Dall’Aia mandati di arresto per Netanyahu, Gallant e al Masri: "Crimini di guerra e contro l'umanità". Raid israeliano nel nord di Gaza: almeno 60 morti, la maggior parte sono donne e bambini
Ambiente / Cop29, i negoziati continuano ma i Paesi in via di sviluppo avvertono: “Non meno di mille miliardi di dollari”
Ti potrebbe interessare
Esteri / Ecco come gli Usa
possono hackerare
il tuo telefono grazie a un accordo
con un’azienda israeliana
Esteri / Guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah, le ultime notizie. Dall’Aia mandati di arresto per Netanyahu, Gallant e al Masri: "Crimini di guerra e contro l'umanità". Raid israeliano nel nord di Gaza: almeno 60 morti, la maggior parte sono donne e bambini
Ambiente / Cop29, i negoziati continuano ma i Paesi in via di sviluppo avvertono: “Non meno di mille miliardi di dollari”
Esteri / Ucraina: Biden sconfessa
se stesso
e invia a Kiev
anche
le mine antiuomo
Esteri / Gaza, al-Jazeera: “21 morti negli ultimi raid di Israele". Libano: 6 vittime negli attacchi dell'Idf
Esteri / Otto razzi colpiscono una base italiana dell’Unifil in Libano: nessun militare ferito
Esteri / Gli Usa vogliono obbligare Google a vendere il browser internet Chrome
Esteri / L’Ucraina bombarda per la prima volta la Russia con i missili a lungo raggio ricevuti dagli Usa
Esteri / Mar Baltico: danneggiati cavi Internet sottomarini tra Finlandia, Germania, Svezia e Lituania. Berlino: “Sabotaggio”
Esteri / Putin aggiorna la dottrina nucleare della Russia: “Possibile risposta atomica al lancio di aerei, missili o droni” contro il territorio russo