La controffensiva dei curdi a Kobane
Quello che è successo nelle ultime 24 ore, dall'arretramento dell'Isis ai bombardamenti della Turchia contro il PKK
Oggi le milizie curde dello Ypg, le Unità di protezione del popolo, hanno rimosso la bandiera dello Stato islamico che era stata issata la scorsa settimana dai jihadisti su una collina alle porte di Kobane, città siriana a maggioranza curda al confine con la Turchia.
Lo scorso fine settimana lo Ypg ha lanciato una controffensiva contro lo Stato islamico, che controllava quasi la metà di Kobane. I miliziani curdi nelle ultime ore sono riusciti a espellere i combattenti dell’Isis da diversi quartieri della città che avevano conquistato la scorsa settimana e a riprendere il controllo, quest’oggi, del villaggio di Tilshahir, quattro chilometri a ovest della città.
La Casa Bianca, tramite il portavoce Josh Earnest, ha espresso soddisfazione per l’andamento della campagna: “La strategia degli Stati Uniti per sconfiggere l’Isis in Iraq e in Siria sta avendo successo” ha dichiarato. Questa sera il Presidente americano Barack Obama illustrerà la sua linea ai vertici militari alleati riuniti a Washington. Saranno presenti i rappresentanti dei Paesi che fanno parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti.
Il presidente francese Francois Hollande ha chiesto alla Turchia di aprire i suoi confini con la Siria ai rifugiati in fuga da Kobane, l’enclave curda assediata dall’Isis.
Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, che cita un funzionario del ministero dell’Interno parigino, vi sarebbero anche ebrei tra i mille cittadini francesi che hanno aderito allo Stato Islamico.
La rivelazione, che non ha ricevuto al momento alcuna conferma, arriva pochi giorni dopo la notizia di una ragazza ebrea francese che insieme ad altre 99 giovani donne avrebbe lasciato la Francia per unirsi ai jihadisti in Siria nel corso dell’ultimo anno e mezzo. Un rabbino francese ha riferito che la questione desta notevole preoccupazione all’interno della comunità ebraica.
La coalizione internazionale ha intanto bombardato le raffinerie controllate dall’Isis nella provincia settentrionale siriana di Deir Ezzor. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, aggiungendo che le raffinerie situate nell’area di Al Mazra, nei pressi della città di Al Mayadin, sono state bombardate quattro volte. A Deir Ezzor, capitale della provincia, dieci jihadisti sono morti negli scontri con l’esercito siriano nel quartiere di Al Hueiqa.
Intanto, in Turchia, aerei dell’aviazione hanno bombardato nella notte alcuni obiettivi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) nel sud-est del Paese: si tratta del primo bombardamento dal cessate il fuoco dichiarato dai ribelli curdi nel marzo del 2013.
La Bbc ha riferito che secondo il quotidiano turco Hurriyet i bombardamenti sono stati effettuati con aerei F-16 ed F-4 vicino al villaggio di Daglica, nella provincia di Hakkari, non lontano dal confine con la Turchia, e hanno causato molte vittime.
I bombardamenti sono arrivati in seguito agli attacchi da parte del Pkk avvenuti tre giorni fa ai danni di una postazione delle forze di sicurezza turche nel villaggio di Daglica.
I giornali turchi Cumhuriyet and Milliyet riportano inoltre notizie di scontri avvenuti lunedì tra il Pkk e le truppe nell’area di Tunceli nella Turchia centro-orientale, lontano dal confine.